© Getty Images Bajraktarevic, la mascotte del Psv
Il Psv continua a governare l’Eredivisie: primo posto, 46 punti in 17 partite, +11 sul Feyenoord e +16 sull’Ajax, 52 gol realizzati e 21 subiti. Ha in tasca le chiavi del campionato, prenota il terzo titolo consecutivo e lavora per blindare l’allenatore Peter Bosz. Squadra di spessore: da Saibari a Veerman, da Schouten a Mauro Junior, da Til a Flamingo, da Pepi a Wanner, da Man a Ruben Van Bommel. Investire sui talenti rimane l’aspetto centrale di una politica che ha garantito finora 26 “scudetti”, dieci in meno dell’Ajax, impegnato ad affrontare una fase di grande difficoltà dopo il divorzio estivo con Farioli e l’esonero di Heitinga all’inizio di novembre.
La novità
In rampa di lancio c’è Esmir Bajraktarević, vent’anni, bosniaco, ala da 4-3-3, un metro e 75, due gol e due assist in campionato. È nato il 10 maggio del 2005 negli Stati Uniti. La sua storia parte da Appleton, Wisconsin, passa per i campi della MLS e poi scopre le luci del Philips Stadion. Il Psv l’ha acquistato nello scorso gennaio per tre milioni. Mancino naturale, in grado di giocare su entrambe le fasce, Bajraktarević è una delle espressioni del calcio globalizzato. Cresciuto nel New England Revolution, ha bruciato le tappe negli States, prima del salto in Europa. In Olanda ha trovato un contratto fino al 2029 e un progetto chiaro. Il Psv non cerca mai una stella, ma un talento da plasmare. Bajraktarević vuole proseguire una tradizione prestigiosa: da Lozano a Gakpo, da Bergwijn a Bakayoko, a Eindhoven le ali sanno diventare grandi.
La scelta
Nei primi mesi in Olanda ha mostrato lampi interessanti: dribbling, velocità nello stretto, personalità. Ha cercato spazio e continuità. C’è poi il tema della nazionale, che racconta molto del personaggio. Dopo aver indossato, a livello giovanile, la maglia degli Stati Uniti, Bajraktarević ha scelto la Bosnia-Erzegovina, il Paese delle sue radici.
