La clamorosa retromarcia della Fia: figuraccia mondiale sul caso Wolff

Un altro colpo alla credibilità di Ben Sulayem, sempre più all’angolo
Fulvio Solms
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La Federazione Internazionale dell’Auto ha mostrato al mondo di saper ringhiare e poi, tempo due giorni, ha perso i denti. Parliamo dell’incredibile annuncio di un’inchiesta fondata su un’insinuazione, sul fatto che una rivista (Business F1) abbia pubblicato un servizio dal quale si evinceva che un ignoto team principal avrebbe appreso informazioni riservate non a disposizione dei suoi colleghi. Il tutto finiva per imbastire un’ipotesi di conflitto di interessi attorno alla coppia Toto Wolff-Susie Stoddart, marito e moglie, il primo team principal e azionista di Mercedes e la seconda a.d. di F1 Academy, la serie femminile affiliata alla FOM, società di Liberty Media.

Di qui l’annuncio della FIA di aver aperto un’inchiesta: «La FIA è a conoscenza delle speculazioni di un media incentrate sull’accusa...», e già basta questo per non proseguire. Mercoledì la risposta unanime dei dieci team con un comunicato diffuso simultaneamente: «Possiamo confermare di non aver presentato alcun reclamo alla FIA in merito alla presunta trasmissione di informazioni confidenziali tra un team principal di Formula 1 e un membro del personale FOM», con tanto di solidarietà alla Stoddart.

La Fia e il comunicato che ha provato a mettere una pezza

Ciò ha messo la FIA knock down. L’arbitro ha cominciato il suo conteggio e dopo ventiquattr’ore la FIA s’è rialzata barcollando, per diffondere una nuova nota in cui retrocede su tutto. Questa la scalata sugli specchi: «Dopo aver esaminato il codice di condotta e la politica sui conflitti di interesse della FOM e aver confermato l’esistenza di adeguate misure di protezione per mitigare ogni potenziale conflitto, la FIA è convita che il sistema di gestione di conformità della FOM sia sufficientemente solido da impedire divulgazioni non autorizzate di informazioni riservate. La FIA conferma che non ci sono indagini in corso che coinvolgano alcun individuo in termini etici o disciplinari. In quanto ente regolatore ha il dovere di preservare l’integrità del motorsport. La FIA ribadisce il suo impegno per integrità e correttezza».

Lo scivolone clamoroso della Fia

Il presidente Ben Sulayem rimane comunque nell’angolo, ulteriormente privato di credibilità, contumace mercoledì nel Consiglio Mondiale riunito a Baku (si è detto fosse influenzato, ma avrebbe potuto comparire in call), probabilmente mal consigliato dopo essersi dotato di nuovi consulenti. Insomma, niente. La FIA ha fatto sapere che non c’è da indagare, va tutto bene e facciamo finta non sia successo nulla. Ma davvero è possibile, dopo le tante uscite maldestre registrate nell’ultimo anno? Anche questo misura l’integrità e la correttezza.


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