Ferrari, cosa succede? Leclerc e Sainz tra frasi polemiche e scintille in pista

I due piloti battibeccano: in Cina fatto un passo indietro

La Ferrari non è tornata alla casella di partenza come nel gioco dell’oca, ma certo un passo indietro l’ha compiuto, un po’ di terriccio le è franato sotto i piedi in quella difficile salita che porta, che dovrebbe portare, all’eccellenza. È stato amaro lasciare la Cina dopo aver mancato il podio per la prima volta quest’anno, con Leclerc quarto e Sainz quinto nella gara – ovviamente – di Verstappen (quarta vittoria su cinque GP). I due si sono beccati per tutto il weekend ma il vero problema è stato la SF-24, incapace di mandare in temperatura le Pirelli hard. È stato sconfortante vedere il Cavallino finora saldamente seconda forza, scavalcato con autorità dalla McLaren, pur priva di aggiornamenti tecnici. Come se le papaya avessero acceso i retrorazzi, al pari di quel che era successo nella seconda metà del 2023. Norris sincero fino alla sfacciataggine: «Mi ha sorpreso la mancanza di ritmo delle Ferrari!». È evidente come McLaren abbia capito qualcosa che ai rossi è sfuggita.

La frustrazione in casa Ferrari

È stato frustrante individuare la strategia meno peggiore nella quarta stabilita a tavolino, il piano D, e infine raccogliere così poco. E non è stato di conforto precedere le Mercedes nel labirinto tecnico, o Alonso partito terzo e finito settimo dopo una sofferenza intervallata da tre pit stop. È stato deludente vivere una gara che ha offerto tante opportunità grazie a due safety car e incidenti, ma senza mai poterle sfruttare. La prima virtual safety car (giro 21) è stata colta al volo da Leclerc, che nel momento perfetto è passato dalle gomme medie alle dure, ma quelle non si sono accese come dicono i tecnici, e i tempi si sono alzati fino a fargli perdere un podio che sembrava aspettarlo a mo’ di consolazione.


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Leclerc e Sainz, bettibecchi continui

Ferraristi dunque in ombra, ma spigolosi uno nei confronti dell’altro, continuando a beccarsi sia pure con classe. Ci sono voluti pochi secondi di gara, giusto il tempo di entrare nella prima curva, per vedere Charles Leclerc fare a Carlos Sainz la stessa identica manovra subita dal compagno il giorno prima nella Sprint, e di cui s’era lamentato («Lotta più con me che con gli altri!»). Ha sapientemente ritardato l’entrata in curva per spingere l’altro verso l’esterno, mettendolo in difficoltà. Il risultato è vedere Russell che all’interno ha superato le due Rosse in un colpo solo. Una sorta di “occhio per occhio” del tutto improduttivo, ma che non deve sorprendere perché Carlos è stato scaricato da Maranello con il gradimento di Charles. Le carriere dei due si sono divaricate, e così i loro obiettivi. Dovrebbero pensare alla Ferrari, e invece: Sainz pensa a mettersi in luce per gestire al meglio le sue trattative per il 2025 (Red Bull, Mercedes, Sauber-Audi), Leclerc pensa a non prenderle da Sainz, ciò che quest’anno gli è finalmente riuscito. Ieri pareva più sollevato dall’aver preceduto Carlos (quarto-quinto, sai che soddisfazione) che dispiaciuto per il podio sfumato.

Vasseur e la frase di Sainz su Leclerc

Fred Vasseur è tornato alla teoria del decimo di secondo: siccome sono tutti vicini, ci vuol poco a passare davanti. Il proposito avrà una risposta tra meno di un mese a Imola, dove la Ferrari presenterà il suo importante pacchetto di aggiornamenti (che non verrà anticipato tra due domeniche a Miami, ancora gravata da Sprint e dunque con poche prove libere). «Con le dure abbiamo faticato terribilmente – ha detto Leclerc –, mezzo secondo più lenti delle McLaren, con cui invece ci confrontavamo alla pari sulle gomme medie. E se Piastri non avesse avuto il fondo danneggiato sarebbe stata dura anche arrivate quarto». Sainz se l’è presa con Leclerc (già, stavolta toccava a lui): «È stata una corsa un po’ folle, la manovra alla prima curva ci ha fatto perdere due posizioni e ci è costata cara per il resto della gara». Un capitolo da chiudere, per la Ferrari, a carattere d’urgenza.


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La Ferrari non è tornata alla casella di partenza come nel gioco dell’oca, ma certo un passo indietro l’ha compiuto, un po’ di terriccio le è franato sotto i piedi in quella difficile salita che porta, che dovrebbe portare, all’eccellenza. È stato amaro lasciare la Cina dopo aver mancato il podio per la prima volta quest’anno, con Leclerc quarto e Sainz quinto nella gara – ovviamente – di Verstappen (quarta vittoria su cinque GP). I due si sono beccati per tutto il weekend ma il vero problema è stato la SF-24, incapace di mandare in temperatura le Pirelli hard. È stato sconfortante vedere il Cavallino finora saldamente seconda forza, scavalcato con autorità dalla McLaren, pur priva di aggiornamenti tecnici. Come se le papaya avessero acceso i retrorazzi, al pari di quel che era successo nella seconda metà del 2023. Norris sincero fino alla sfacciataggine: «Mi ha sorpreso la mancanza di ritmo delle Ferrari!». È evidente come McLaren abbia capito qualcosa che ai rossi è sfuggita.

La frustrazione in casa Ferrari

È stato frustrante individuare la strategia meno peggiore nella quarta stabilita a tavolino, il piano D, e infine raccogliere così poco. E non è stato di conforto precedere le Mercedes nel labirinto tecnico, o Alonso partito terzo e finito settimo dopo una sofferenza intervallata da tre pit stop. È stato deludente vivere una gara che ha offerto tante opportunità grazie a due safety car e incidenti, ma senza mai poterle sfruttare. La prima virtual safety car (giro 21) è stata colta al volo da Leclerc, che nel momento perfetto è passato dalle gomme medie alle dure, ma quelle non si sono accese come dicono i tecnici, e i tempi si sono alzati fino a fargli perdere un podio che sembrava aspettarlo a mo’ di consolazione.


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