F1, si chiama Margherita la Ferrari di Vettel

Il pilota è da sempre abituato a dare il nome alla sua monoposto e anche quest'anno ha scelto il nome per la vettura
F1, Barcellona: Vettel, quarto posto per la Ferrari
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MELBOURNE - Da Eva a Margherita. Sebastian Vettel sceglie il nome della sua seconda Ferrari, la SF16-H. Il pilota tedesco ha sciolto le riserve e attraverso il suo account Twitter la scelta per la Rossa 2016 è ricaduta su Margherita. Vettel, già ai tempi della Red Bull, era abituato a dare un nome alla sua monoposto: esordio con "Julie", con cui vinse il suo primo Gp in Toro Rosso, poi arrivarono "Kate", "la sorellina sporca di Kate", "Liz la sensuale", "Mandy la lussuriosa", "Kylie la perversa", "Abbey", "Heidi l'affamata" e "Suzie". Lo scorso anno, invece, scelse "Eva" per la sua prima Ferrari.

TRACCIATO UNICO In un filmato sul sito media Ferrari, intanto, Vettel racconta la sua Australia e parla della pista dell'Albert Park di Melbourne prima tappa del Mondiale 2016 di Formula 1 che partirà domenica. «L’Australia segna l'inizio della stagione di F1, è un bel posto, la città è fantastica, con una bella atmosfera, molto giovane, un bel movimento e tanta gente che fa sport. Credo che qui tutti amino il Gran Premio - aggiunge il pilota tedesco della scuderia di Maranello - per quanto riguarda la pista penso che il tracciato sia unico nel suo genere: non trattandosi di un circuito permanente ma di un semi-cittadino il percorso è movimentato e l'asfalto particolarmente ondulato. È molto divertente ed è la prima volta, durante l'anno, in cui vediamo realmente a che punto siamo noi anche rispetto alle altre squadre».

MONTEZEMOLO Intanto,  dalla presentazione dello Sport Marketing Award presso la sede romana di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo manda un in bocca al lupo alla Ferrari. «Il 2015 per la è stato un anno di miglioramento - ha detto l’ex numero uno della Rossa - Se nel 2016  migliorerà ancora, allora vedrete una macchina veramente protagonista e io lo spero. La settimana della vigilia è sempre terribile - ha aggiunto l'attuale presidente del Comitato promotore per la candidatura di Roma ai Giochi 2024 - perché si cerca di capire dove si é rispetto agli avversari. Ma il lavoro premia sempre».

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