Così la Ferrari ha perso il Mondiale© EPA

Così la Ferrari ha perso il Mondiale

Infrantosi il sogno, Maranello torna a inseguire l’obiettivo originario: vincere singoli Gran Premi. Ma anche questo non sarà facile
Fulvio Solms
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Sembrano passati anni ed è successo tre mesi e mezzo fa. Charles Leclerc aveva battezzato la F1-75 come «una bestia», la macchina aveva velocità e tocco garbato con le gomme, l’affidabilità attribuiva punti in più per la Ferrari visto che Verstappen, tradito da noie meccaniche, aveva già due zeri in classifica. Mattia Binotto frenava: «Sarà un campionato lungo, e a deciderlo saranno gli sviluppi».

Anche quelli tutto sommato sono andati bene: quando sono state provate novità aerodinamiche sulla F1-75 hanno funzionato. Poi è cominciata la caduta dei calcinacci, e non è proprio vero che «su tredici gare ne abbiamo fallita una», come ha argomentato domenica sera dopo il Gp d’Ungheria, il team principal. Imola doveva essere il trampolino per il Mondiale e andò tutto male ma fu archiviata come un’eccezione, un inciampo quasi inevitabile per la legge dei grandi numeri.

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I piloti

Non sono mancati errori da parte dei piloti, ma su quelli non puoi far molto se non sostenerli e aiutarli a ricostruire le loro certezze. Carlos Sainz ha sbagliato più volte nella prima parte della stagione, Charles Leclerc a Imola e gravemente in Francia, ma si tratta di due campioni che quando cadono sanno rialzarsi, risalire alle cause dello scivolone e costruirci sopra qualcosa. Il conteggio di quelle due occasioni sfuggite lo ha fatto lo stesso Charles osservando amaramente: «Se perderò il Mondiale per 32 punti saprò di chi è stata la colpa». Ma adesso che è in immersione a -80, tutto dice che il Mondiale non lo perderà per 32 punti soltanto. 

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La strategia

Gli strateghi di Maranello invece hanno sbagliato a più riprese, insistendo e semmai aggravando la portata dei loro svarioni in un crescendo culminato con le gomme di granito montate col freddo in Ungheria, sempre a Leclerc. Dato che la concorrenza ha pure ringraziato, ovviamente: «Ero convinto che la Ferrari avesse una strategia molto diversa dalla nostra – ha detto Christian HornerQuando nel secondo pit stop ho visto che a Charles montavano le gomme hard, ho pensato: ora abbiamo davvero la possibilità di farcela. E così è stato». Nelle parole del capo di Red Bull c’è la meraviglia di chi riceve un regalo inatteso. La serie s’era aperta a Montecarlo tra un «Entra entra!» e uno «Stai fuori stai fuori!» in rapida successione. Volendo mettere in conto al muretto le occasioni perse da Leclerc si arriverebbe a 38-41 punti (13 a Montecarlo, 2-5 in Canada per un pit stop da 5"6 costato tre posizioni, 13 a Silverstone, forse dieci a Budapest). 

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L’affidabilità

Poi c’è la voragine dell’affidabilità: cinquanta punti tondi persi con le rotture di motore di Barcellona e Baku, senza parlare del rogo toccato alla vettura di Sainz in Austria. E lì Charles azzerò gli effetti di un acceleratore che nelle staccate aveva preso a fare di testa sua. Ma altra grandine è inevitabile visto che, anche qualora sulle Ferrari non si rompesse più nulla, la normale usura delle power unit comporterà arretramenti sulle griglie di partenza. Non è escluso debba farvi ricorso anche la Red Bull che domenica ha varato il suo terzo e ultimo motore senza penalità, ma la Ferrari è già ampiamente fuori media con ogni singolo pezzo, nel caso di Leclerc anche con gli ignorantissimi scarichi. Ora la Red Bull vuol chiudere il Mondiale in anticipo: «Un duello finale serrato con la Ferrari? – ha dichiarato Christian Horner in Ungheria – Non c’è un grammo di me che lo desideri. L’anno scorso è stato un match tra pesi massimi lungo ventidue round e non ho alcuna intenzione di riviverlo». 

Anche la Mercedes

E mentre i bibitari stendono i piani per l’allungo, nei retrovisori delle Rosse diventano sempre più grandi le Mercedes. La Stella si comporta come un predatore e sa annusare la paura, dopo essere risalita da 66 a 30 punti in due gare appena e aver risolto buona parte dei problemi di assetto che rendevano ballerina la W13. «Abbiamo trovato qualcosa che ci permette di competere con la Ferrari – ha detto Lewis Hamilton – e francamente penso che non siamo molto distanti da Verstappen. Sono orgoglioso della mia squadra e dobbiamo solo continuare a spingere». S’avanza dunque una potenziale alleata di Red Bull, se Mercedes finirà per togliere punti alla Ferrari. Come se se ne avvertisse il bisogno. 


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