Ferrari, la rinascita dopo la batosta

Da domani a Le Castellet, dove nel 2021 si toccò il fondo. La Rossa ha imparato la lezione: oggi gestisce bene le gomme ed è competitiva su ogni circuito. La calura può addirittura aiutarla
Ferrari, la rinascita dopo la batosta© Getty Images
Fulvio Solms
3 min

Batosta. Mattia Binotto un anno fa non avrebbe potuto trovare un termine più efficace per descrivere la mortificazione tecnica conosciuta dalla Ferrari a Le Castellet, dove si torna a girare domani. "Batosta" fece il giro del mondo, passando anche attraverso traduzioni improbabili.
La Ferrari temeva il circuito della Provenza con curvoni di alta velocità che ti mangiano le gomme anteriori, e in effetti ne uscì travolta: Carlos Sainz e Charles Leclerc rispettivamente quinto e settimo a quasi un secondo in qualificazione e in gara fu anche peggio, con lo spagnolo undicesimo a cento secondi e il monegasco sedicesimo e doppiato.

La lezione

Ma la batosta fu messa a frutto. Interpretando quel drammatico degrado delle gomme, Maranello mise a punto una nuova preparazione degli pneumatici e un diverso criterio di gestione in gara, che permise di uscire a testa alta da altre piste che mangiano le gomme anteriori, ma soprattutto di gettare le basi per un progetto 2022 di ben altra competitività. Quest’anno le F1-75, sul fronte dell’usura, hanno surclassato la stessa Red Bull nel GP d’Austria, dunque sul suo circuito.

Da quell’insegnamento e dai successivi sviluppi è scaturita una Rossa versatile, non più aprioristicamente tagliata fuori da un buon risultato in determinati circuiti, e questo non accadeva addirittura dal 2008 e cioè dall’ultima stagione in cui Maranello s’è presa un titolo mondiale. Quello dei costruttori, in quell’occasione. 

Kimi Raikkonen e Felipe Massa se la giocarono bene ovunque, tanto che Maranello sfiorò la doppietta: il titolo piloti rimase nelle mani del brasiliano per una manciata di secondi, poi un sorpasso sul bagnato sulla Toyota di Timo Glock nelle ultime curve dell’ultimo GP, in Brasile, risolse in favore di Lewis Hamilton. Acqua passata, ma insomma: è da allora che una Rossa non era in grado di giocarsela ovunque. Ottimo 2018. Neanche nel brillante biennio 2017-2018 era andata così: la Ferrari era messa bene in classifica, ma il passo corto e un notevole carico aerodinamico la costringevano a subire dalla lunga Mercedes sul dritto e sui curvoni veloci. 

Dunque è pronta oggi per tutte le piste, ciò che non le chiude più il pronostico neanche al Paul Ricard: sapendo finalmente usare bene le gomme, potrebbe anche avvantaggiarsi della fornace accesa in Europa dal cambiamento climatico, che semmai ha un’insidiosa controindicazione nelle temperature di esercizio e pertanto negli attuali limiti di affidabilità. "Le altissime temperature previste in Francia rappresentano una grossa sfida per garantire l’ottimale funzionamento di power unit e gomme - ha detto Diego Tondi, salentino, responsabile dello sviluppo aerodinamico - Spetta al nostro reparto trovare le adeguate contromisure". 


© RIPRODUZIONE RISERVATA