Mobilità urbana, ANCMA: sharing moto in crescita, ma preoccupano i dati sulla sicurezza stradale

Paolo Magri: “Anche se i numeri delle due ruote sono in crescita c'è ancora molto da fare per la sicurezza degli utenti”
Mobilità urbana, ANCMA: sharing moto in crescita, ma preoccupano i dati sulla sicurezza stradale
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Dopo i dati raccolti e divulgati da ANCMA sul mercato delle due ruote e la crescita delle richieste soprattutto per l’elettrico, ecco che la stessa Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ha divulgato un ulteriore rapporto, il cosiddetto Focus2R. Questa volta, però, riguarda la scarsa propensione che le amministrazioni comunali hanno nei riguardi delle politiche per la mobilità su due ruote.

SICUREZZA: PER IL 59% DEI COMUNI NON È PRIORITÀ

I risultati emersi dopo l’indagine, frutto di un questionario somministrato a 104 Municipi, hanno prodotto una lunga lista di informazioni su piste ciclabili, sharing mobility, parcheggi dedicati e tanti altri aspetti legati alla mobilità su due ruote nei centri urbani.

Per quel che riguarda il lato moto, una nota positiva viene fatta registrare dall’andamento delle opportunità di sharing (soprattutto a trazione elettrica), che si consolidano in città importanti come Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino. Tuttavia, preoccupano i dati sulla sicurezza stradale. Infatti, a fronte di una lieve diminuzione del numero di decessi di motociclisti e scooteristi sulle strade italiane, la percezione dei Comuni sul tema non risulta poi così di prim’ordine.

Stando all’Osservatorio, infatti, la sicurezza non è considerata una priorità dal 59% dei Comuni, a cui si aggiunge un 12% che la indica addirittura come priorità bassa. Al contrario, però, fanno ben sperare i Comuni che dichiarano di avere installato i guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, che passano dal 17% nel 2015 al 32% nel 2019.

Il Focus2R – ha commentato il presidente di ANCMA, Paolo Magri - ci permette di accendere ogni anno un riflettore sulle buone pratiche e soprattutto sulle zone d’ombra che interessano la pianificazione della mobilità urbana. In relazione anche al numero crescente di veicoli a due ruote circolanti, appare evidente che ci sia ancora molto da fare, in particolare per la sicurezza degli utenti.”

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