Suzuki Burgman 650: sul set di Star Wars

Federico Porrozzi
8 min

Dopo l'Honda CN250 (meglio conosciuto come "Spazio") tanto in voga nei primi anni Novanta, fu il Suzuki Burgman 400 presentato nel 1998 a prendere dal cugino giapponese il testimone di "scooterone" per eccellenza. Sedici anni più tardi e dopo essere stato oggetto di numerose versioni e cilindrate (dal 125 alla 650, appunto) è ancora lui, per dimensioni e comfort, a mantenere lo scettro. Per provare a raccontarvelo, abbiamo portato su strada l'edizione Executive, la più lussuosa e ricca. Quella, per intenderci, dotata di particolari come sella e manopole riscaldate di serie. 

Come è fatto

Grande. E' la prima parola che viene in mente, a prima vista. Dal frontale protettivo, alla sella ampia, passando per i fianchi larghi e il tunnel centrale in grado di ospitare comodamente le gambe di chi guida, il Burgman 650 Executive ha dimensioni talmente generose negli ingombri e nelle plastiche da far sembrare piccole le due ruote da 15" sull'anteriore e da 14" sul posteriore. Il design è molto più "mosso" e sportivo rispetto alle prime versioni: il disegno del doppio faro (con luci di posizione a Led) è slanciato verso l'alto, le linee generali più sagomate e meno tondeggianti mentre è stata snellita la zona posteriore, con un codone ora meno ingombrante. La pedana mantiene il tunnel centrale ma lo spazio per inserire gambe e piedi è talmente ampio che, per la posizione di guida, c'è l'imbarazzo della scelta. Il manubrio è predisposto per il montaggio del navigatore mentre è stato rinnovato il cruscotto, che ora prevede una strumentazione con tachimetro e contagiri analogici e un display digitale dotato di contakm totale e parziale, indicatore del livello del carburante e del consumo dello stesso, del liquido di raffreddamento ma anche della temperatura esterna e dell'olio. Presenti anche l'orologio e gli indicatori della modalità di guida e della marcia inserita (utile quando si aziona il cambio manuale). Da segnalare la spia dell'eco drive, che avvisa il pilota quando il Burgman rispetta l'ambiente: quando è accesa, il pilota sa che il motore sta contenendo le emissioni e può cercare così di mantenere il più possibile quel determinato "stile di guida". Il vano sottosella ha una capacità di carico al top della categoria: può contenere due caschi integrali e fino a 50 litri. Da limousine anche il retroscudo, che prevede tre vani portaoggetti con tanto di presa di alimentazione per il cellulare. Suzuki dichiara emissioni contenute, grazie alla presenza di un catalizzatore, di un sensore O2 e del sistema di immissione d'aria nei condotti di scarico (anch'esso ridisegnato rispetto al vecchio modello). Per questo motivo, il Burgman rispetta le normative Euro4. Da segnalare la presenza del sistema SAIS, che utilizza l'identificazione elettronica della chiave. L'interruttore di accensione, inoltre, è dotato di una copertura magnetica riconosciuta solo dalla chiave del proprietario. Tra gli accessori, il bauletto nero da 47 litri e la maschera cromata anteriore. I colori disponibili sono grigio, bianco e nero. Il costo? 10.790 euro. 

Come va

Saliti in sella e regolata elettricamente l'altezza del parabrezza, si avverte subito tutto il peso del maxi Burgman: 275 chili a secco non sono pochi ma con la nuova trasmissione e la frizione rivista, si rivela più facile e leggero negli spostamenti da fermo. La sella garantisce uno spazio da "prima classe" sia per il pilota (che può modificare di 5 cm la posizione dello schienalino) che per il passeggero. Il 650 Executive è uno degli scooter più lunghi sul mercato (2.270 mm) con un interasse che, più corto di 5 mm rispetto alla vecchia versione, misura 1.590 mm. Gli specchietti, all'interno dei quali sono stati inseriti gli indicatori di direzione, sono due "appendici" della carena e un po' troppo larghi nei percorsi metropolitani, dove le misure ridotte si rivelano fondamentali per districarsi al meglio nel traffico: per fortuna, toccando un pulsante posizionato sul manubrio, è possibile chiuderli elettricamente all'occorrenza, per riaprirli subito dopo sempre con lo stesso sistema. A stupire, in questa versione rinnovata, è la risposta del motore bicilindrico da 638 cc raffreddato a liquido e alimentato ad iniezione elettronica: è capace di sprigionare i suoi 55 Cv a 7.000 giri in modo omogeneo e lineare. L'erogazione, infatti, è più fluida rispetto al passato e meno soggetta a fastidiosi "strappi" soprattutto nelle ripartenze da fermo dai semafori e dagli stop cittadini. Se si gestiscono bene la leva del freno e la manopola del gas alle basse velocità, il Burgman si rivela sorprendentemente leggero. Un'altra nota positiva arriva dai consumi, grazie ad una riduzione degli attriti del 35%: in modalità di guida Drive, ovvero la più tranquilla, è garantito un risparmio del carburante (15 litri la capacità totale del serbatoio) fino al 15% in meno rispetto al vecchio modello. Oltre alla Drive, il cambio elettronico prevede anche la modalità più sportiva Power e quella manuale, più brillante a velocità "motociclistiche" (il Burgman può raggiungere fino a 170 km/h). La prima utilizza una rapportatura più lunga e un'erogazione più dolce, con un relativo risparmio del carburante mentre per sorpassare in agilità i mezzi più lenti, la Power si rivela più efficace perché più pronta alla risposta della manopola del gas. Non ha convinto nella guida sul misto, invece, il cambio manuale (azionabile tramite due tasti posizionati a lato della manopola sinistra): da quando si tocca il pulsante a quando si sente la risposta del motore passa qualche istante di troppo e, quindi, questa modalità è consigliata soprattutto sulle strade a scorrimento veloce. La ciclistica è al top della categoria: il telaio tubolare, affiancato ad una nuova forcella telescopica (che regala maggior fiducia rispetto al passato) e ad un forcellone in lega d'alluminio con monoammortizzatore posteriore, regala grande stabilità ad un mezzo non tra i più leggeri sul mercato ma comunque maneggevole. Importante anche il lavoro dell'impianto frenante: per questo tipo di mezzo serve un equipaggiamento potente ed efficace e il tutto è garantito da due dischi semiflottanti da 260 mm sull'anteriore, da un singolo da 250 sul posteriore e da un prezioso sistema ABS che evita il bloccaggio della ruota in situazioni di pericolo o di asfalto "difficile". A proposito di freni, da segnalare anche la presenza del pratico freno a mano, per essere più tranquilli in fase di parcheggio.

Abbigliamento utilizzato per la prova:

Giacca Alpinestars Gunner Waterproof
Guanti Alpinestars Archer X-Trafit


 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Prove