A Roma, mentre i servizi sharing di monopattini crescono a dismisura, quelli degli scooter elettrici subiscono un calo importante con l'addio di Cityscoot. La startup francese, quindi, abbandona la Capitale dopo appena un anno dal suo arrivo. Ma quali sono i motivi? L'azienda parla chiaro: qui “non siamo riusciti a cambiare le abitudini di mobilità”.
Il lockdown ha dato il colpo di grazia
Nel comunicato, Cityscoot non nasconde le difficoltà riscontrate a Roma. “Cari utenti nonostante tutti i nostri sforzi per offrire un servizio di qualità con un gran numero di scooter elettrici a disposizione della città di Roma e un team qualificato impiegato sul posto, non siamo riusciti a cambiare le abitudini di mobilità”. A dare il colpo di grazia un operato già difficile ci ha pensato il lockdown, che ha messo in crisi tanti altri servizi: “Purtroppo, dalla fine dell'isolamento, la nostra attività a Roma non è mai tornata agli standard storici, a differenza di tutte le altre città in cui operiamo”.
A Milano in arrivo altri 1.500 scooter
Perché nelle altre città c’è stata ripresa e nella Capitale no? A Milano, appena un mese fa, sono stati annunciati altri 1.500 scooter. Cityscoot prova a dare una risposta affermando che “come operatore privato, non possiamo mantenere le nostre attività in questo contesto e dobbiamo concentrarci su altre città dove il bisogno è maggiore e la domanda è più dinamica”.
Non è la prima volta che un servizio sharing abbandona Roma: nel 2017 è toccato ai Piaggio Mp3 rossi di Eni per scarso noleggio, nel 2018 alle bici di Obike dopo i numerosi atti vandalici.
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