Roma, più auto che patenti: non c'è più spazio per parcheggiare

Nella Capitale la situazione i cittadini lamentano una situazione insostenibile. L'assessore alla mobilità Patanè ha parlato delle possibili soluzioni
Roma, più auto che patenti: non c'è più spazio per parcheggiare
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A Roma, a fronte di 1,5 milioni di patenti ci sono 1,7 milioni di auto. Le conseguenze sono l’intasamento delle carreggiate e l’assenza dei parcheggi. L’impressione “popolare” è che i rallentamenti sulle strade della Capitale siano aumentati, sia per raggiungere il centro che i quartieri poco al di fuori: in via Cipro la mattina per fare 500 metri si impiegano 30 minuti, almeno secondo quanto sostenuto da comuni cittadini. Le lamentele arrivano soprattutto dai tassisti, infuriati per l’eccesso dei cantieri, che secondo loro avrebbero potuto essere fatti durante il lockdown.

Una città intasata

Guardando i dati pubblicati sul sito di Roma Mobilità, emerge che, rispetto a febbraio 2020 (pre-pandemia) nell’aprile scorso c’è stato un aumento degli accessi dei veicoli nel centro storico pari allo 0,79% e nei varchi Vam (Ztl istituite per contingentare l'accesso in centro dei mezzi di lunghezza superiore ai 7,5 metri) dell’1%. Il Rapporto 2021 pubblicato da Roma Servizi per la mobilità dice che la Capitale è al primo posto per le auto e al sesto per i motocicli nel tasso di motorizzazione tra gli otto Comuni piu’ grandi in Italia. Considerando la popolazione attiva, compresa tra 15 e 85 anni, e sommando auto e moto, il rapporto raggiunge i 923 veicoli ogni 1000 abitanti. Il problema principale riguarda la sosta selvaggia, come emerge anche dalle multe elevate ai conducenti: da gennaio a maggio nelle aree del centro storico e Prati, la polizia locale insieme al I gruppo Trevi e Prati ha emesso circa 70mila verbali per le soste irregolari circa 20mila in piu’ rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’assessore alla mobilità Eugenio Patanè sostiene che il motivo sia la presenza sulle carreggiate di sole 6/700 vetture sul predetto totale di 1,5 milioni. “Il punto vero è che lo spazio fisico in citta’ per le autovetture e’ finito. Quando si descrive Roma come una città auto centrica significa che ci sono in tutto tra macchine, motorini, autobus, camion, 2,4 mln di veicoli. Se i romani dovessero parcheggiare secondo le regole del codice della strada invaderemmo i comuni limitrofi. Noi dobbiamo lavorare sulla diminuzione non soltanto dell’utilizzo ma anche della proprietà delle auto. Occorre ridurre la flotta complessiva di vetture che oggi e’ parcheggiata sulle nostre strade e che crea problemi di mobilità. (…) A breve ci saranno provvedimenti seri, coraggiosi e tosti per disincentivare l’uso di auto private quando non è necessario. (...). Dobbiamo avere delle zone a traffico limitato e delle “low emission zone” che devono essere presidiate con strumenti elettronici fissi in modo da obbligare coloro che non possono attraversarli a non farlo. Oggi c’è una fascia verde che indica che al suo interno un determinato tipo di veicoli non può entrare: sostanzialmente questo provvedimento non e’ applicato. Nei prossimi anni applicheremo sicuramente i varchi sulla fascia verde che renderanno sostanziale un provvedimento che oggi e’ solo formale”. Occorre poi “aumentare il numero degli stalli di sosta tariffata che oggi sono 70mila e portarli a 100mila. Questo significa disincentivare l’uso delle auto e incentivare quello dei mezzi pubblici”.

Mezzi a singhiozzo

A Roma la metropolitana, che spesso funziona a singhiozzo, copre solo 60 chilometri divisi in tre linee. Un fattore che scoraggia a spostarsi sui mezzi pubblici. Secondo secondo i numeri forniti da Atac, pur con i mezzi tornati a piena capienza, la domanda di trasporto pubblico e’ diminuita rispetto al periodo precedente alla pandemia: i passeggeri delle metropolitane sono scesi dai 700mila (media in un giorno) agli attuali 450mila. Il secondo pilastro per migliorare la mobilità è dunque, secondo Patanè, l’incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico: "In questa città, per rimettere i cassetti a posto ci vorranno almeno 4 o 5 anni”, tempo necessario “per fare la revisione di tutti i treni della metro. (…) Tutti gli studi trasportistici del mondo indicano che l’unico metodo che hanno le amministrazioni, soprattutto in città come Roma che è una realtà auto-centrica, è quello del disincentivo all’utilizzo e alla proprietà dell’auto privata e l’incentivo all’uso degli altri mezzi. In una scala di priorità: della pedonalità, del trasporto pubblico, della mobilità attiva." Obiettivi realizzabili attraverso la “realizzazione di nuove tranvie, implementazione del nodo ferroviario di Roma, una cura del ferro molto importante sulla quale stiamo lavorando che costituirà un network: metro, ferrovie, e tram. Questo network del ferro dove intercettare un network di mobilità attiva: le piste ciclabili soprattutto e di car sharing e sharing mobility”. Infine, e’ necessario “aumentare i chilometri di bus in superficie che sono largamente insufficienti”.

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