Perché i taxi americani sono gialli?

Esistono due versioni della storia, praticamente identiche, ma con protagonisti diversi. E i cosiddetti “cab” divennero simbolo del made in USA. Hanno ispirato anche l’Italia, prima che nel ’93 il Belpaese varasse il colore bianco
Perché i taxi americani sono gialli?
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Li vediamo praticamente in ogni film di produzione statunitense. Pensateci bene, è una scena vista e rivista: un personaggio, uomo o donna non importa, esce da un edificio (il più delle volte un albergo) e alza la mano urlando: “Taxi!!”. Ed eccolo che arriva, scattante, pronto. Oggi se ne contano più di 13mila solo a New York. E tutti di un unico colore: giallo.

Perché negli Stati Uniti i taxi, i cosiddetti “cab”, sono di colore giallo? Del resto, questo tipo di veicoli è ormai diventato un simbolo iconico di città come New York, al pari della Statua della Libertà o dell’Empire State Building. E il cinema ha dato una mano ad alimentarne la fama: basti pensare a “Taxi Driver” e allo splendido Robert De Niro. Chissà se il vecchio Bob conosceva la storia di Harry N. Allen.

LA VERSIONE ALLEN

Sì, perché è a questo uomo d’affari che si deve la nascita dei taxi color giallo. O almeno, così racconta la leggenda. Pare che nel 1907 un tassista abbia chiesto ad Allen una cifra spropositata per la corsa che doveva effettuare. Allen si arrabbiò talmente tanto che, per ripicca, decise di mettersi in proprio. Dopo un solo anno, fondò la New York Taxicab Co. Per la sua flotta, che in poco tempo riuscì a vantare ben 600 auto, scelse il giallo poiché secondo lui era il colore che maggiormente sarebbe spiccato in mezzo al traffico. Nonché un simbolo di riferimento per differenziare la sua azienda dalle concorrenti.

LA VERSIONE HERTZ

La storia di Harry N. Allen è la più accreditata, ma non l’unica. La seconda versione, in realtà quasi identica, è ambientata curiosamente anch’essa nel 1907. Protagonista John D. Hertz, titolare di un’azienda di taxi a Chicago, il quale chiese ai suoi collaboratori di scoprire quale fosse il colore più visibile da lontano in mezzo al traffico della metropoli. In quel periodo storico, le auto erano praticamente tutte con carrozzeria nera o tendente allo scuro: non sarà stato difficile rispondere “giallo” a padron Hertz.

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Allen o Hertz, il risultato cambia poco: perché l’invenzione riscosse da subito successo. E il vecchio sistema delle carrozze trainate dai cavalli andò in pensione.

I TAXI BIANCHI IN ITALIA

E in Italia? Perché i taxi del Belpaese sono bianchi? Beh, in realtà non è sempre stato così. Una legge stabilita verso la fine degli anni ’20 imponeva che le auto per la mobilità pubblica fossero verdi e neri. Poi, negli anni Settanta, ispirati dai “cab” made in USA, anche in Italia arrivarono i taxi gialli. In realtà, ogni comune poteva scegliere liberamente come verniciare le proprie vetture. La maggior parte scelse quindi, per comodità e spirito di americanizzazione, il giallo.

Fino al 1992, quando venne introdotta la cosiddetta “Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea”. In pratica, bisognava uniformare i veicoli (solo quelli di nuova immatricolazione) di un solo colore. Il Ministero dei Trasporti scelse il bianco, il colore più diffuso tra i taxi del nord del Paese. E così, dal 1° gennaio 1993, tutti i taxi italiani divennero bianchi.


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