Costi alti, così il mercato non va E la Cina avanza

Fotografando la situaizone di mercato attuale, le auto tradizionali fanno ancora la parte del leone
Costi alti, così il mercato non va E la Cina avanza© LaPresse
Massimo Ghenzer
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Il mercato dell’auto sta vivendo un periodo di equilibrio instabile. Si producono meno auto, i prezzi sono in continuo aumento e i tempi di consegna sono biblici. Un ribaltamento del rapporto con il consumatore che lo disorienta e lo allontana invece di stabilire una affinità, brand-mercato. Niente più strategia di vendita di volumi, sconti ridotti al minimo, ma siti produttivi in crisi proprio per la pesante riduzione dei volumi da sfornare giornalmente.

Per il momento si vive tutti in uno stato di attesa per capire dove si atterrerà. Nel frattempo, i consumatori, perplessi da aumento dei prezzi e lunghi tempi di consegna, rimandano gli acquisti e il parco automobili non si rinnova con la necessaria velocità. I cittadini hanno preso coscienza che bisogna migliorare l’aria che si respira e la maggioranza vuole acquistare l’ibrido che offre una gamma ampia di opportunità senza l’ansia della ricarica e prezzi più accessibili.

Una bella fetta di mercato compra ancora prodotti tradizionali, benzina e Diesel, e una porzione marginale compra l’elettrico, caro e con i soliti problemi ancora da risolvere e cioè autonomia, tempi e punti di ricarica.

Ma sei i consumatori - ora più maturi - scelgono l’auto non più per velocità, accelerazione e ripresa, e considerano invece emissioni, comfort, sicurezza, spazio, silenziosità di marcia, il punto di scontro con l’offerta rimangono il prezzo e i costi di gestione. Il reddito disponibile è in riduzione e l’inflazione ha introdotto una patrimoniale mascherata, che penalizza le fasce di reddito medio/basso e rende tutto più difficile. La stragrande maggioranza dei consumatori vuole spendere molto meno nell’acquisto di una auto.

Le formule di finanziamento che tengono conto del prezzo dell’usato, sono vantaggiose specie se includono assicurazione e manutenzione, ma non risolvono il costo di gestione, cresciuto in maniera proporzionale all’aumento del prezzo dei carburanti. Con questo modello di mercato non si fa molta strada e si rischia di finire tra le braccia dei cinesi. 


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