La miopia UE e il rischio demotorizzazione

Grazie alle politiche della UE, il vecchio continente è a rischio demotorizzazione
La miopia UE e il rischio demotorizzazione© ANSA
Massimo Ghenzer
2 min

Le istituzioni italiane si stanno impegnando sul riconoscimento dei biocarburanti prodotti da ENI, secondo produttore mondiale, da utilizzarsi nei motori endotermici anche dopo il 2035. Difficilmente questi carburanti anche se riconosciuti simili ai carburanti sintetici sull’intero ciclo produttivo rappresenteranno un consumo di massa. Il problema centrale rimane che Governare con i divieti non porta a risultati consolidati se non si sostituisce ciò che si toglie con qualcosa di migliore. Le auto sono sempre più care e le Case hanno deciso l’uscita dai segmenti più piccoli.

In questo modo più della metà del mercato non avrà il prodotto adatto per le proprie esigenze e disponibilità economiche. Di questo passo si rischia un processo lento ma micidiale di demotorizzazione, dove le classi meno abbienti non avranno più accesso alla mobilità privata. Prima della pandemia in Europa il parco auto vecchio e poco sicuro veniva rinnovato ad un tasso annuale elevato.

Ora in Europa si vendono circa tre milioni di vetture in meno dell’era pre-Covid, di cui mezzo milione in Italia. Di questo passo e con la corsa all’elettrico, imposta dalla UE con un diktat, ci troveremo con un parco vecchissimo e con milioni di persone provate dell’accesso alla mobilità privata. Il trasporto pubblico solo in parte può accogliere le esigenze di mobilità dei cittadini ed il suo rafforzamento richiede investimenti infrastrutturali e in materiali enormi che il Bilancio del nostro Paese non è in grado di stanziare. Il 2035 tutto elettrico è un problema ma il prezzo delle auto è ancora più grande. Tesla ci mette una pezza e afferma che presto produrrà in quantità batterie a prezzi molto bassi e VW ha annunciato un paio di prodotti elettrici sui ventimila euro e poco più. La sensazione è che la UE abbia fatto un clamoroso autogol con la politica dei divieti in un settore industriale così strategico


© RIPRODUZIONE RISERVATA