La scelta Toyota sulle batterie è la svolta elettrica 

Toyota annuncia investimenti massicci nella evoluzione tecnologica delle batterie allo stato solido
La scelta Toyota sulle batterie è la svolta elettrica © EPA
Massimo Ghenzer
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Il percorso verso auto elettriche non è basato su elettrico sì, elettrico no. È assodato che l’obiettivo globale, non solo europeo, sia la riduzione di CO2. Le cose da fare sono molte da parte dei Costruttori e da parte dei Governi e dell’industria energetica. L’infrastruttura di ricarica e la conversione verso la produzione di energia pulita sono due processi che richiedono grande impegno e investimenti di grande entità. I contorni della transizione ecologica si vanno delineando sempre più. Il 2035 tutto elettrico è stato valutato tecnicamente e le perplessità sono emerse con evidenza. In molti attendono l’esito delle elezioni europee del prossimo anno sperando che il quadro politico consenta una revisione, non degli obiettivi di miglioramento dell’aria, ma del percorso per arrivarci, che deve essere chiaro ma soprattutto sostenibile nel suo processo economico e industriale. Le Case stanno investendo molto in prodotti elettrici ma sperano che le penali volute da Bruxelles siano riviste e ridotte.

Una lezione viene da Oriente dove Toyota che, vale la pena ricordarlo, per prima e un quarto di secolo fa, quando in Europa si puntava sul Diesel, virò verso l’ibrido, una tecnologia che anche altre Case conoscevano senza tuttavia investirci. Il racconto continua e ora Toyota annuncia investimenti massicci nella evoluzione tecnologica delle batterie allo stato solido, più leggere, più performanti, più economiche e con tempi di ricarica nalmente ragionevoli.

Quello delle batterie è un tema decisamente centrale e l’evoluzione tecnologica è uno snodo imprescindibile nel percorso verso un’atmosfera più pulita. L’investimento in fabbriche dedicate alla produzione di batterie è in continuo aumento e ovviamente centrale. E la stessa Stellantis ha recentemente annunciato la costruzione di una nuova gigafactory in Indiana, negli USA. Le Case stanno facendo la loro parte, ma non basta, tutta la liera industriale e politica della transizione energetica deve attivarsi se non si vuole rischiare che fra qualche anno la soluzione consista nell’interdire il centro delle città alla mobilità privata.


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