© ANSA Europa a motore spento
Il mercato europeo dell’auto continua ad essere depresso. In giugno si sono immatricolate il 5,1% vetture in meno dello scorso anno e il consuntivo dei sei mesi è inferiore al 2024 e nettamente inferiore al 2019 , l’ultimo anno prima del Covid. Nei cinque mercati principali due vanno meglio , Spagna e UK, tre vanno peggio: Germania , Italia e Francia. Per quanto riguarda le alimentazioni le BEV sono in aumento come le Ibride classiche e le Ibride con la spina. Benzina e Diesel continuano a diminuire ma rimane pur sempre uno zoccolo duro che non abbandona le vetture tradizionali a combustione interna. Le elettriche e le elettrifi cate rappresentano il 62,3% del totale , le altre sono le vetture benzina e diesel. Questo quadro è preoccupante perché si vendono e si producono tre milioni in meno ogni anno, rispetto ad un trend di mercato che tecnicamente dovrebbe immatricolare quindici milioni di auto l’anno per velocizzare il rinnovo del parco.
Le fabbriche auto continuano a chiudere, ma i media non ne parlano con la dovuta attenzione. Sì, sono persi 100.000 posti di lavoro negli ultimi tempi. Un problema economico e sociale di grande preoccupazione, ma tutto scorre senza che ci sia una voce politicamente autorevole, che sollevi il problema all’attenzione pubblica e denunci la necessità di trovare delle strategie compatibili con le risorse economiche senza penalizzare le forze lavoro europee. Il Governo politico dell’Europa è impassibile di fronte a queste micidiali realtà e non da un segno di voler intervenire ed elaborare delle politiche che ribaltino la situazione e blocchino questa emorragia di fatturato, posti di lavoro e siti industriali. I Governi italiani che si sono succeduti in questi ultimi dieci anni hanno introdotto degli incentivi all’acquisto dell’elettrico che non ha prodotto alcun risultato nel nostro Paese. Anche in Italia la crisi è profonda e nessuno ci mette mano per cambiare rotta e le elettriche fanno grande fatica ad imporsi. Siamo il fanalino di coda dei grandi mercati europei ma ancora più preoccupante è il fatto che si stanno vendendo sempre meno automobili in Italia. l’assordante silenzio della politica e dei sindacati, di fronte al crollo della produzione Stellantis nel nostro Paese è un fatto incomprensibile da un punto di vista politico, logico ed economico.