Coronavirus, divieto di spostamento: 11 le denunce effettuate

Le forze dell’ordine hanno eseguito i primi controlli, fermando quasi mille autovetture: scattata la lotta ai furbetti e partono le prime denunce per undici persone sprovviste di valide motivazioni
Coronavirus, divieto di spostamento: 11 le denunce effettuate© Polizia di Stato
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Da ormai alcuni giorni l’Italia è diventata integralmente una zona protetta. Decisione presa per cercare di riuscire a contenere l’epidemia di Coronavirus che da diverse settimane attanaglia il Paese. Dopo il nuovo provvedimento emanato dal Premier Conte nella serata del 9 marzo - in cui si estendevano le misure già previste dal DPCM dell’8 marzo -, stop agli spostamenti, se non per motivi di lavoro, salute o strettissima necessità.

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LE PRIME 11 DENUNCE

C’è chi, però, non ha ancora capito la gravità della situazione e non si interessa dei controlli da parte delle forze dell’ordine, evitando così di munirsi dell’ormai famosa autocertificazione. I Carabinieri, infatti, stanno eseguendo servizi di controllo su tutto il territorio italiano, in tutti i centri abitati e lungo le principali arterie stradali extraurbane. Tutto per garantire e verificare il rispetto della nuova direttiva.

Per il momento i militari hanno controllato più di cinquecento veicoli e circa seicento persone - numeri sicuramente in crescita nelle prossime ore -, le cui autodichiarazioni, sottoposte a verifica, hanno fatto scattare le prime denunce nei confronti di coloro che hanno fornito informazioni non esatte o non sufficienti a giustificare lo spostamento.

I controlli da parte di tutte le forze dell’ordine - Carabinieri, Polizia Stradale, Guardia di Finanza ecc. - hanno fatto segnalare le prime violazioni:  complessivamete 11, e tutte nella provincia di Bergamo.

FINO A TRE MESI DI CARCERE

Come appreso in questi giorni, la sanzione per chi viola le restrizioni negli spostamenti è la denuncia immediata per l’inosservanza del provvedimento, e pene che variano da una ammenda fino a 206 euro (ast650 c.p.), arresto fino a 3 mesi, che può trasformarsi in reclusione da 1 a 12 anni se chi viene fermato era in stato di quarantena o trovato positivo al COVID-19 (art.452 c.p.)

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