Volkswagen Polo, prova su strada della "piccola Golf"

Volkswagen Polo: le foto della sesta generazione
Pasquale Di Santillo
5 min

AMBURGO. La chiamano Polo, eppure sembra una Golf. La piccola Volkswagen diventa grande, fedele al destino di quando si entra nella dimensione degli “anta”, quella della maturità. Quella nella quale si è pronti, dicono, a fare il salto di qualità definitivo: è così che a Wolfsburg hanno deciso di regalare alla nuova Volkswagen Polo dimensioni e un pieno di tecnologia da macchina di segmento superiore, oltre al suo primo motore a metano, tutto a prezzi decisamente intelligenti. Contenuti di sostanza e qualità per una sfida nella sfida di una vettura con un percorso secondo solo a quello della sorella maggiore che ora tanto maggiore non è più. Quando nel 1975 (l’anno in cui la Gran Bretagna decise di rimanere in Europa a differenza della Brexit dell’anno scorso), Volkswagen decise di affiancare alla Golf, la più piccola Polo, pochi si immaginavano che 42 anni dopo ne avrebbero vendute 14 milioni in cinque generazioni, di cui 4,2 milioni solo dell’ultima, a dimostrazione di quanto fosse ancora estremamente funzionale e appetibile la “vecchia” Polo.

SPAZIO. Ma nel terzo millennio ipertecnologico, i cambiamenti sono più veloci della bontà dei progetti. E Amburgo - 2° porto commerciale d’Europa, 9° al mondo, con chiatte che sembrano grattacieli - è davvero il posto giusto per parlare delle dimensioni... estese della sesta generazione di VW Polo. Più lunga di 8,1 cm, più larga di 6,9 cm, più bassa di 7 mm, la Polo VI completa la sua maturità con un passo maggiorato di 9,4 cm che regala un’abitabilità interna notevole, compresi i 2,1 cm di spazio in più per la testa e un bagagliaio che arriva a 351 litri di capacità, contro i 300 medi delle vetture della stessa categoria. Tutto merito, della nuova piattaforma MQB A0 del Gruppo Volkswagen, la stessa “mamma” di Golf, Touran, Tiguan, Passat e anche Seat Ibiza, capace di una modularità superlativa. Tradotto in termini pratici, la nuova VW Polo ha quasi le stesse misure della Golf IV e sembra pronta a continuare il suo percorso trionfale confrontandosi sia con le city car che con i piccoli crossover. Perché l’impatto visivo esterno, dà proprio l’idea di una macchina “superiore”.

DIGITALE. Il secondo salto di qualità della nuova Polo non poteva che essere tecnologico, “importando” da Golf e Passat i sistemi di assistenza alla guida più avanzati. In particolare è di serie nella versione d’accesso il Front Assist con frenata di emergenza e soprattutto con riconoscimento dei pedoni e il sistema di collisione multipla, ancora non presente nel segmento B. A richiesta invece l’ACC, il Blind Spot Detection, la funzione di parcheggio semiautonoma e quello di avviamento Keyless Access. Ma è tutto l’assetto digitale e degli interni con la struttura orizzontale che dal cruscotto porta all’Active Info Display (da 6,5” a 8”) che da le dimensioni della rivoluzione digitale di Polo. Senza dimenticare l’interfaccia migliorata con gli smartphone, il VW Connect (presto implementata con il We By Volkswagen con app per trovare parcheggio) e la possibilità di avere la ricarica a induzione.

METANO. La Polo VI conta su tre allestimenti (Trendline, Comfortline e Highline) e quattro pacchetti di personalizzazione, oltre ai 14 colori della carrozzeria, 12 cerchi, due colorazioni degli interni e 11 rivestimenti dei sedili. E non manca l’abituale e ricco parco motori, con ben 8 propulsori: sono i 1.0 tre cilindri benzina con potenze comprese tra 65 e 95 cv (nel 2018 arriverà la GTI da 200 Cv), più i 6 a gasolio nelle varianti di potenza da 80 e 95 cv, disponibili da fine 2017. E infine l’importante debutto per l’Italia della motorizzazione a metano: l’1.0 TGI da 90 cv. I prezzi vanno dai 13.600 della versione base 1.0 Trendline, ai 21.250 dell’1.0 TSI Highline. Per la cronaca la nuova Polo va che è una bellezza, sia con il cambio automatico che con quello manuale, anche se il test tra i viali alberati di una sorprendente e trafficata Amburgo non è stato particolarmente esaustivo. Con questa Polo, la filiale italiana punta a vincere la sfida di superare se stessa, visto che nel 2016 con 42.000 pezzi venduti aveva fatto il record. Ma ha davvero tutto per riuscirci. Perché, fedeli al nuovo mantra VW, ci si abitua facilmente al futuro.

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