Honda Clarity Fuel Cell, il futuro proibito

Una volta che la Clarity ha fatto il pieno, si rivela un'auto praticamente normale da utilizzare, peccato che in Europa non sia venduta
Honda Clarity Fuel Cell, il futuro proibito
Alessandro Vai
4 min

BOLZANO - In un mondo ideale, rispettoso dell’ambiente e allo stesso tempo centrato sulle esigenze di mobilità individuale, tutte le auto sarebbero alimentate a idrogeno, che verrebbe utilizzato come carburante per alimentare le fuel cell presenti sotto il cofano, le quali a loro volta nutrirebbero il motore elettrico deputato a muovere l’auto. In un mondo ideale, inoltre, l’idrogeno per il rifornimento verrebbe prodotto con l’utilizzo di energie rinnovabili, così da generare un circolo virtuoso a impatto ambientale zero, liberandosi anche dalla dipendenza della benzina.

In questo mondo ideale le auto sarebbero praticamente “carbon neutral” perché il processo chimico che crea energia nelle fuel cell non genera emissioni nocive e le centrali eoliche, solari o idroelettriche non andrebbero spente quando producono surplus di energia, perché questa potrebbe essere usata per produrre l’idrogeno che verrebbe poi stoccato, mentre conservare l’elettricità è molto più complesso e costoso. Tutto questo potrebbe accadere in un mondo perfetto o forse anche nel nostro, ma verosimilmente tra qualche decennio e altrettanto probabilmente solo in qualche Stato più illuminato del nostro, come USA o Giappone.

Si, perché la Honda Clarity Fuel Cell che sono venuto a provare a Bolzano, in Europa e in Italia non viene nemmeno venduta, mentre in tutto lo Stivale esiste un solo impianto per il rifornimento dell’idrogeno, che peraltro non è commerciale e può essere usato solo a scopo di ricerca, grazie alla regolamentazione della provincia autonoma di Bolzano che fa circolare anche dei bus pubblici alimentati a idrogeno. Insomma, qui in Alto Adige abbiamo visitato una piccola “oasi” proiettata nel futuro, grazie all’impegno di Honda che è una delle poche Case auto (in tutto si contano sulle dita di una mano) a credere in questo tipo di propulsione già da diversi anni.

Così una volta che la Clarity ha fatto il pieno, si rivela un’auto praticamente normale da utilizzare. La guida è quella tipica delle elettriche, con la risposta del motore prontissima, la totale silenziosità scalfita solo dal sibilo della turbina che accelera l’aria inviata alla Fuel Cell e il grande relax di marcia. Il dazio che si paga è un bagagliaio piuttosto limitato – 334 litri non sono molti per un’auto da 4,91 metri – per la presenza dei due grandi serbatoi per l’idrogeno. Ma, bagaglio leggero a parte, la Clarity accoglie quattro persone come re e cinque comodamente, garantendo un’autonomia massima teorica di 650 km, che nell’utilizzo reale diventano 400 o 500.

Considerando che negli Stati Uniti la Clarity è venduta solo con una forma personalizzata di noleggio, il suo prezzo “europeo” si può solo ipotizzare e per bocca della stessa Honda potrebbe spaziare tra i 60.000 e i 70.000 euro, un po’ come una Tesla “base”. Ma mentre un’auto 100% elettrica può “abbeverarsi” dalle colonnine – per quanto poche esse siano – una Fuel Cell ha bisogno di una stazione di rifornimento e allo stato attuale delle cose in Italia è proibito costruirle. La cosa interessante è che potrebbero essere aggiornati e riadattati tutti i distributori di metano, ma c’è un problema legislativo da superare e l’argomento non è di certo in cima all’agenda politica italiana. 


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