Nardi esclusivo: “Io verso i grandi. La concorrenza tra italiani ci fa bene”

Alla scoperta del giovane talento azzurro, che ad Astana ha fatto soffrire Tsitsipas e ora è pronto per l'Atp 250 di Napoli: "Papà è partenopeo e io tifo il Ciuccio: che show!"
Nardi esclusivo: “Io verso i grandi. La concorrenza tra italiani ci fa bene”© BARTOLETTI
Luca Fiorino
4 min

«Entro fine anno mi piacerebbe entrare in Top 100 e qualificarmi per le Next Gen Finals. Sono i miei due più grandi obiettivi a breve termine». Luca Nardi è uno dei nomi forti della nouvelle vague azzurra. All’Astana Open, al cospetto di Stefanos Tsitsipas, ha dato un assaggio delle proprie qualità perdendo in lotta contro il numero 5 al mondo. «Credevo mi stracciasse e invece ho perso in due tie-break - racconta scherzosamente il 19enne pesarese, oggi numero 132 ATP - Nello scambio da fondo me la sono giocata ad armi pari. Pensavo onestamente di essere molto più lontano da quel livello. Il che non vuol dire che non ci sia tanto lavoro da fare».

È uscito un po’ malconcio dal campo ad Astana. Come sta adesso?
«Dieci giorni fa ho avuto un piccolo stiramento al flessore della gamba sinistra. Adesso sono guarito completamente e pronto al rientro. Ho dovuto saltare l’appuntamento di Firenze, ma ho recuperato in tempo per la Napoli Cup della prossima settimana. Sarò nel main draw grazie a una wild card».

Come giudica la stagione in corso?
«Ho avuto un po’ di alti e bassi. Ho trascorso un’estate difficile, ma il bilancio resta positivo. Ero fuori dalla Top 350 e oggi sono al mio miglior ranking. Quest’anno ho vinto tre Challenger e la prima partita in un torneo ATP. La lezione più importante che ho appreso è stata prendere consapevolezza dei miei mezzi e imparare a non sottostimarmi. La partita con Tsitsipas è stata una bella iniezione di fiducia in tal senso».

Il ricambio generazionale è in atto e i risultati positivi lo attestano.
«Credo che l’effetto traino esista. Ognuno con i rispettivi team prova a fare del proprio meglio ed è bello vedere che ci stimoliamo a vicenda per oltrepassare i nostri limiti. Sta a noi crescere e raccogliere l’eredità di chi ci ha preceduto».

Andreas Seppi ha annunciato in questi giorni l’addio al tennis.
«È un grandissimo professionista. Ultimamente ho avuto la fortuna di starci più a contatto nei Challenger e non posso che confermare ciò che si dice da sempre di lui: un ragazzo educato e un super lavoratore. È un esempio per tutti noi giovani».

Com’è invece il rapporto con Fognini?
«È uno dei giocatori più talentuosi che abbia mai visto. Ha scritto pagine importanti del tennis azzurro e avuto una carriera stupenda. Quelle poche volte che ci siamo incrociati abbiamo parlato di tutto tranne che del nostro lavoro. È simpatico e molto alla mano».

Il prossimo appuntamento a Napoli avrà un sapore speciale.
«Sarà una grande emozione perché mio padre è di Napoli. Verranno a sostenermi anche zii e cugini, per cui non vedo l’ora di giocare in una città a cui sono legatissimo. Tra l’altro sono anche un grande tifoso partenopeo».

Che ne pensa della squadra di Spalletti?
«Questa fede me l’ha trasmessa mio papà. Sebbene nelle ultime stagioni sia sempre partito bene, non mi sarei mai immaginato un inizio simile in campionato e in Champions. Spero che trovi continuità anche dopo la sosta per i Mondiali, giocando lo stesso calcio entusiasmante di questo avvio».

Quali sono le sue altre passioni?
«Mi piace da morire giocare a padel, mi diverte. Eppoi ci sono i motori. Essendo di Pesaro non potrebbe essere diversamente. Da noi le moto sono sacre».

Conosce Valentino Rossi?
«Purtroppo no, a Pesaro si fa vedere poco. L’ho visto qualche volta di sfuggita in macchina e un paio di volte al ristorante, ma non mi sono mai avvicinato. Mi piacerebbe però conoscerlo di persona. È una leggenda del motociclismo e dello sport in generale».


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