Cosa succede a Djokovic? Il mistero dell'infortunio scuote il tennis

Dopo Nadal e Berrettini, arriva la rinuncia del numero 1 a Madrid. Infortunato e sconfitto, le parole amare del serbo: "Non sto bene"
Cosa succede a Djokovic? Il mistero dell'infortunio scuote il tennis© EPA
Ronald Giammò
3 min

Alla luce del forfait di Novak Djokovic dal Masters 1000 di Madrid conferma quanto complicato sia per lui tornare a competere dopo un lungo periodo di inattività dovuto alle sue posizioni sulla campagna vaccinale anti Covid-19. Ad evidenziarlo è stata ancora una volta l'America, paese in cui Novak anche quest'anno non è potuto recarsi per disputare i due Masters 1000 di Indian Wells e Miami, riconsegnando il serbo a un circuito che in primavera era atteso dallo swing sui campi rossi europei. Fatica, sudore, pazienza, requisiti che se non allenati anche adesso hanno finito con l'esporre il serbo a una verifica sulle sue condizioni rivelatasi non in linea con le attese.

Il problema al gomito e non solo: tutti i dubbi di Djokovic

A complicare il tutto stavolta c'è stato anche l’infortunio al gomito, «non al meglio, ma abbastanza per scendere in campo», rincuorò il n.1 del mondo alla vigilia del suo esordio nel Principato, salvo poi venir eliminato in tre set dal nostro Musetti agli ottavi. L'altro ieri a Banja Luka si è assistito a un identico copione, con Novak battuto ai quarti in due set dal connazionale Dusan Lajovic al termine di un match in cui per lunghi tratti è sembrato irriconoscibile.

Niente Madrid per Djokovic

«In campo non mi sentivo bene, le mie gambe erano lente e i piedi intorpiditi. Ho fallito tanti colpi, alcuni totalmente senza direzione», ha spiegato poi il serbo, lasciando comunque aperta una finestra sul suo prossimo impegno nella capitale spagnola che in passato lo aveva visto trionfare tre volte (l'ultima nel 2019). Ieri invece è arrivato l'annuncio definitivo. Nessuna congettura, nessuna strategia: lucida presa d'atto di una condizione che necessita ancora di qualche ritocco in vista del Roland Garros, vero grande obiettivo della sua stagione sul rosso: «Spero di ritrovare la condizione migliore per il Roland Garros, è lì che punto a giocare il mio miglior tennis».

Alle prese con la sua seconda stagione scandita da bandi e divieti, e a prescindere dall'entità del suo infortunio, Djokovic ha comunque maturato l'esperienza necessaria per riuscire a gestire la complessità del suo calendario dimostrandosi capace di competere ai più alti livelli nonostante i periodi di inattività forzata cui è stato costretto: «L'anno scorso è accaduta la stessa cosa - ha sottolineato - ho avuto un lento avvio iniziando a giocare sempre meglio verso la fine della stagione». Con la presenza di Rafa Nadal appesa a un filo e che l'anno scorso a Parigi lo estromise dal tabellone ai quarti, Nole sa bene che non è l'ingordigia a dettare la via verso un Grand Slam sfuggitogli due anni fa, quanto invece la programmazione e la capacità di farsi trovare pronto laddove conta di più esserlo.


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