Caso agli Internazionali di tennis: chi sono gli “scommettitori-disturbatori”

Un fenomeno in pericolosa crescita: puntano su un giocatore e poi dagli spalti aizzano l’avversario
Caso agli Internazionali di tennis: chi sono gli “scommettitori-disturbatori”© Getty Images
Erika Primavera
3 min

Secondo set del match di qualificazione tra Alexei Popyrin e Riccardo Bonadio. Sul campo 12 del Foro Italico arriva dagli spalti una serie fastidiosa e continua di battutine verso l’australiano, con lo scopo di infastidirlo. Ma, come vedremo, non sarà questo l’obiettivo finale. L’escalation tocca l’apice quando Popyrin va allo smash e un urlo mirato partito da un gruppetto di 5-6 persone lo fa scattare ormai in preda ai nervi: mette a segno il punto ma perde il secondo set, poi recupera e vince (6-4, 4-6, 6-3) esultando in modo polemico verso i suoi “detrattori”. Ma è più giusto chiamarli “scommettitori-disturbatori”, ben conosciuti da chi frequenta i campi da tennis, in particolare quelli lontani dai riflettori. 

Involuzione arrogante

Li avevamo lasciati courtsider, nascosti all’ombra delle loro tecnologie, li ritroviamo molesti e intenti a - potenzialmente - indirizzare un game o un semplice punto. L’involuzione arrogante dello scommettitore, dal 4.0 giù fino all’urlo dagli spalti. L’episodio Popyrin ha avuto parecchi testimoni che hanno poi descritto la scena sui social e confermano che il fenomeno non rappresenta una novità, soprattutto nei tornei minori. Ti do fastidio, magari ti faccio perdere, io incasso. Il meccanismo è semplice ed è una pratica che, oltre a essere chiaramente illegale e antisportiva, costituisce uno stress psicologico non indifferente per i giocatori. Molti ne fanno le spese già sul campo ma poi urla e insulti si trasferiscono sui social senza filtri e senza nemmeno un arbitro che possa intervenire. 

Leoni da tastiera

Qualche anno fa Giannessi e Gaio replicarono ai leoni da tastiera, Napolitano andò oltre e presentò denuncia alla Polizia Postale. Nel caso di Popyrin la Direzione del torneo spiega che «esiste nei circuiti una squadra antibetting di Atp e Wta che abitualmente impiega anche figure locali nell’attività di security: sono intervenuti e hanno allontanato i disturbatori. La questione è nota, soprattutto in Challenger e Futures». Sembra che a Roma i “responsabili” possano essere riconducibili ai proprietari di un profilo instagram da oltre 60 mila follower: in gergo si chiamano “tipster” e il loro lavoro - assolutamente legale, precisiamolo - consiste nel dare suggerimenti sulle scommesse per gli eventi sportivi sfruttando i social e le nuove tecnologie. A patto di non andare a disturbare sul campo.


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