Sinner, il momento esatto in cui è cambiata la sfida con Djokovic: il retroscena

Dopo un match-point annullato da Djokovic nel terzo set, l'azzurro ha giocato al top i punti decisivi: così supera i propri limiti
Alessandro Nizegorodcew
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Australian Open. Semifinale Slam. Ultimo (potenziale) game. L’avversario è Novak Djokovic, che nel terzo set ha annullato un match point. Jannik Sinner va alla battuta sul 5-3 per chiudere l’incontro e raggiungere la sua prima finale in un Major. Errore di rovescio, poi dritto vincente (15-15). Va a servire da destra: doppio fallo, il primo di tutta la partita. Chiunque, a questo punto, avrebbe sentito una pressione insopportabile sulle spalle; l’ansia di sbagliare, la paura di perdere. Jannik invece prende la palla, qualche palleggio e poi ‘bum’: ace. Stringe il pugno, di chi già sapeva, di chi è consapevole della propria forza. Tennistica e soprattutto mentale. Gli ultimi due punti sembrano quasi una formalità. Dritto vincente, braccia al cielo. Djokovic, che tra semifinale e finale a Melbourne non aveva mai perso, esce sconfitto.  

Le doti innate di Sinner: i segreti

Nel tennis si può allenare quasi tutto. I colpi, la tattica, la parte fisica e anche quella psicologica. Ma solamente i predestinati hanno la capacità innata di giocare al meglio i punti importanti. Di viverli nella maniera giusta. Sono situazioni che si allenano (Sinner ha spesso parlato del lavoro con ‘Formula Medicine’), ma i campioni le hanno dentro. A volte la consapevolezza può vacillare, come accaduto anche ai più grandi di questo sport come Federer, Nadal e lo stesso Djokovic, ma la base è sempre solida: sentirsi forti, essere consapevoli. E tutto ciò non va incidere solamente sulla propria psiche, ma anche su quella degli avversari. La reazione di Novak Djokovic, vincitore nel terzo set al tiebreak e praticamente invincibile sulla Rod Laver Arena, avrebbe mandato in confusione chiunque. Chiedere, facendo riferimento al solo Australian Open 2024, al giovanissimo Dino Prizmic e al ‘big server’ Alexei Popyrin. La contro-reazione di Sinner è stata disarmante anche per quello che, lo dicono i numeri, è il tennista più forte di sempre. E soprattutto non è la prima volta. Jannik si arrabbia (sempre con stile) ma riparte, come niente fosse. È accaduto con Djokovic a Torino, dopo aver perso il secondo set (7-5 6-7 7-6), così come con Medvedev nella semifinale delle ATP Finals (6-3 6-7 6-1) e nella finale di Vienna (7-6 4-6 6-3). Sinner ha vinto 12 delle ultime 14 sfide terminate al set decisivo. Tutto, fuorché un caso.  

Una sconfitta all'orizzonte: succederà

Il primo Slam è lì, a un passo. Una sconfitta, però, non sarebbe un dramma. Jannik Sinner è ormai stabilmente tra i migliori. Ha dimostrato di poter giocare e vincere su qualsiasi superficie, di migliorarsi giorno dopo giorno. Arriveranno anche momenti difficili, in cui altri avversari scenderanno in campo con maggiore fiducia o una condizione fisica migliore. Sinner vincerà molto, ma perderà anche. Per chi osserva, sarà necessario il giusto equilibrio. Quello di Sinner, invece, non è in discussione. 

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