Paolini nella storia, i segreti della svolta che l'hanno portata alla finale del Roland Garros

Dal team ad un lavoro certosino sul proprio tennis: così Jasmine è diventata un fenomeno
Alessandro Nizegorodcew
4 min

Il compito più difficile nella vita è cambiare se stessi”. Nelson Mandela

Jasmine Paolini è entrata nella storia, raggiungendo la finale del Roland Garros, perché ha saputo cambiare. Per un giocatore di tennis non vi è nulla di più complicato che modificare la propria tecnica. “Jas” lo ha fatto. Ha cambiato. Ed è arrivato un clamoroso salto di qualità. Il 6-3 6-1 con cui Paolini ha dominato la giovanissima Mirra Andreeva nella semifinale parigina è l’emblema di ciò che l’azzurra è diventata: qualità, solidità, piedi rapidi, forza mentale. Un po’ come racconta la storia di Jannik Sinner, anche in quella della toscana vi è un minimo comun denominatore, rappresentato dal lavoro e dalla voglia di migliorarsi; e, quindi, non di accontentarsi.

Il team Paolini

Ha saputo cambiare, ma come? Insieme al suo team. Renzo Furlan, ex n.19 ATP e quartofinalista a Parigi nel 1995, ha saputo toccare i punti giusti, perché all’inizio del percorso Jasmine era più rigida, meno propensa a cambiare. Non aveva voglia di giocare in doppio, che è poi divenuto importantissimo nella sua crescita. Furlan (che ha già ‘vinto’ Parigi nel 2010 a fianco di Francesca Schiavone) è un mago della tecnica, ma è anche un fine psicologo. Sa quando e come parlare, basando il lavoro sulla continua ricerca della crescita, tennistica e anche umana. Furlan è entrato da tempo nella mente di Jasmine, ma è Jasmine ad aver accettato di cambiare se stessa, di essere malleabile. Altra figura fondamentale è quella di Danilo Pizzorno, il re della video-analisi a livello internazionale. Studiare i dettagli, intervenire minuziosamente, e migliorare. Senza dimenticare la parte atletica, curata dal preparatore fisico FITP Andrea Bracaglia, un’eccellenza italiana. Anche Tathiana Garbin, capitano della Nazionale, ha seguito da vicinissimo ogni fase della crescita di Paolini, dando i consigli giusti al momento giusto. Riassunto: credere nel progetto. Fidarsi del proprio team, concepire il tennis come un percorso di continua crescita. Non accontentarsi.

In cosa è migliorata Jasmine

Nei fatti, però, cosa è cambiato? Jasmine è più veloce e forte nelle gambe, arriva meglio sulla palla e, soprattutto dalla parte del dritto, anche in fase di difesa, sa ribaltare lo scambio. Un po’ come una squadra di calcio che sa rimanere compatta, senza lasciare spazi agli avversari, per poi partire in contropiede a duecento all’ora. Paolini è oggi molto più esperta, quasi una veterana (seppur sia classe 1996, ancora abbastanza giovane). Accetta i momenti di difficoltà, sa come rimontare; capisce i punti focali del match e come superare le fasi in cui le avversarie sono ‘on fire’. E poi il servizio, miglioratissimo proprio con la video-analisi e il lavoro di Pizzorno e Furlan. La dimostrazione che anche dall’altezza di 160cm (circa) si può essere incisivi e solidi. Si può cambiare, perdendo inizialmente qualche certezza, per poi unire i puntini e diventare sempre più forte. Jasmine Paolini lo ha fatto ed è diventata, come Sinner, un esempio per colleghi e colleghe.


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