Sinner contro Alcaraz, tre cose da sapere: perché oggi è una sfida diversa

L'italiano e lo spagnolo si ritrovano ad un anno di distanza ad Indian Wells. Ora le condizioni sono differenti: il motivo
Mattia Rotondi
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Da Indian Wells a Indian Wells il viaggio è lunghissimo. Non si parla di chilometri (o miglia, dato che siamo in California, Usa) ma del tempo. Quello che è passato dall’ultima sconfitta di Sinner contro Alcaraz. Un anno. Sempre semifinali (poi lo spagnolo vinse il torneo). Anche il luogo è lo stesso, eppure oggi sembra così diverso, per Sinner. In questo anno è successo di tutto (in positivo) al campione azzurro. Gli indizi di una crescita costante erano disseminati da tempo sui terreni dell’Atp, ma tra la fine del 2023 e soprattutto questo inizio 2024 siamo vicini a parlare di prove di colpevolezza: quelle di un campione non solo nel potenziale, ma nei fatti. Il giudice definitivo sarà sempre il campo, ma comunque vada oggi Jannik sta dimostrando di aver abbandonato il “se” per approdare al “quando”.

La storia tra i due ragazzi terribili dell’Atp è lunga, oggi però le condizioni sono molto diverse. Ecco allora tre punti fondamentali della sfida che tutti gli appassionati italiani aspettano.

1) I precedenti (senza scaramanzia)

Sinner conduce 4-3 nei confronti diretti con Alcaraz. Nelle ultime due sfide ha vinto l’italiano. Cosa dicono i numeri, se contestualizzati? Che lo spagnolo soffre maledettamente il gioco di Sinner. Anche quando Alcaraz era lanciato nell’Olimpo del tennis e tutti pronosticavano un dominio incontrastato, Sinner gli dava fastidio più delle api californiane e ogni tanto lo tirava giù dal Monte. Ora l’azzurro è più forte: di testa e tecnicamente. Tanto che il buon Alcaraz, in una dichiarazione da vecchio volpone, ha ammesso che il passato è passato: “È il migliore al mondo ora, sarà la partita più difficile dell’anno”. Insomma, la pressione è su Jannik.

2) Carlos è rinato

Se è vero che Sinner non ha ancora perso quest’anno e quindi non si può far finta che non sia in forma strepitosa, Alcaraz fino a poco tempo fa veniva dato quasi per derelitto (le solite esagerazioni...), tra scarsa condizione e qualche infortunio. Ecco, arrivati quasi in fondo ad Indian Wells non si può dire la stessa cosa. E chi lo pensa ancora è più falso di una foto di Kate Middleton. La crescita dello spagnolo nell’arco del torneo è lampante e la vittoria contro Zverev ne è la certificazione. Ha dimostrato di sapersi rialzare, prerogativa dei campioni. E si sa, se cadi e ti rialzi poi c’è un’ottima possibilità di essere più forte di prima.

3) La musica dei secondi ad un passo dal Coachella

Indian Wells si trova vicino alla zona dove ad aprile si tiene il Coachella Valley Music and Arts Festival, che richiama folle oceaniche ogni anno. Sui campi da tennis la domanda che risuona ossessivamente come un ritornello pop nelle orecchie delle appassionati è: Sinner salirà al secondo posto della classifica Atp o Alcaraz saprà difenderlo? Ufficialmente nessuno dei due ci pensa. Ma è difficile che non sia una motivazione in più, di quelle da due piccioni con una fava: vincere e agguantare/tenersi la seconda piazza dietro a sua maestà Djokovic. Che suonino le racchette.


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