Madrid, terreno e altitudine: cosa cambia per il gioco di Sinner

La palla vola e allo stesso tempo risulta difficile da controllare: per la crescita di Jannik è l’ideale
Madrid, terreno e altitudine: cosa cambia per il gioco di Sinner© EPA
Alessandro Nizegorodcew 
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«A Madrid la palla vola». A qualcuno, forse, sarà capitato di ascoltare questa frase. Il “1000” spagnolo, che ha preso il via in questi giorni, è uno dei tornei più particolari del circuito ATP/WTA. Si gioca in altura (Madrid è ben oltre i 600 metri di altitudine) e le condizioni di gioco differiscono molto sia dal precedente torneo di Montecarlo che da Roma e Parigi. «La palla vola ed è abbastanza veloce – ha spiegato Sinner dalla capitale spagnola -. Prima avevo difficoltà a trovare il mio livello a Madrid, quindi sarà interessante capire come andrà quest’anno. Il mio gioco può funzionare, ma devo ancora adattarmi». Ogni evento nel circuito fa storia a sé, soprattutto al Mutua Madrid Open

Sinner a Madrid

I campi rapidi e l’altitudine rendono le condizioni di gioco molto veloci e, allo stesso tempo, la palla risulta difficile da controllare. Arrivare con qualche giorno di anticipo rispetto all’inizio del torneo è fondamentale per prendere la giusta confidenza. Il servizio ha un’incidenza maggiore rispetto a tutti gli altri tornei su terra battuta e anche ad alcuni sul veloce. Basti pensare che a Madrid si ottiene il 67,7% dei punti con la battuta a disposizione (dati ATP), di poco inferiore al 68,3% di Wimbledon e superiore nettamente a Montecarlo (61,6%), Roma (64,2%) e Parigi (62,9%). Non è un caso che l’unica finale “1000” di Matteo Berrettini sia arrivata proprio a Madrid (fu sconfitto in tre set, nel 2021, da Zverev) o che Roger Federer abbia vinto contro Nadal una sola finale sul rosso, proprio alla Caja Magica nel 2009. Anche l’ultima edizione è esplicativa: nel 2023 Carlos Alcaraz vinse in tre set contro il big server tedesco Struff. La battuta, di gran lunga migliorata nel corso dei mesi, potrebbe essere la nuova arma madrilena di Jannik Sinner. Se è vero che il servizio è un fondamentale importante, va sottolineato anche che controllando la palla molto di meno aumenta il numero dei doppi falli. La difficoltà nel gestire i colpi a rimbalzo si riscontra nei classici dritto e rovescio: se non si dà la giusta rotazione la palla termina abbondantemente lunga. «In generale la palla salta tanto dopo il rimbalzo – racconta da Madrid Flavio Cipolla, ex n.70 ATP e attuale coach di Daria Kasatkina - e si può sfruttare molto il servizio in kick. Chi possiede un dritto molto pesante può utilizzare traiettorie e angoli in maniera ancora più efficace (vedi Sinner; ndr). Bisogna stare attenti a stare compatti e a non indietreggiare con il corpo per non far scappare via la palla». A Madrid l’errore è all’ordine del giorno e non bisogna sorprendersi. È terra battuta, ma è come se non lo fosse. 

Roma e Parigi 

Quali sono invece le condizioni che Jannik Sinner troverà al Foro Italico e al Roland Garros? In entrambi i casi è importante sottolineare come la velocità dei campi si modifichi totalmente tra giorno e notte, soprattutto con il bel tempo. All’ora di pranzo, con il sole caldo, la palla è rapidissima. La sera, con l’umidità, le condizioni possono diventare lente. Un esempio lampante fu il match dello scorso anno tra Sinner e Cerundolo, quando la pioggia rallentò il campo e Jannik fece molta fatica (era meno forte e resistente di oggi) a trovare colpi vincenti aumentando invece gli errori gratuiti. A Parigi, dove i campi sono vere e proprie tavole (così vengono definiti dai giocatori, essendo uniformi e senza alcuna imperfezione), la palla viaggia abbastanza veloce. È probabilmente la situazione in cui, a oggi, Sinner si può trovare meglio, sperando di non giocare troppo spesso nella sessione serale. Jannik ha comunque dimostrato che, in questa fase della carriera, può vincere contro chiunque e su qualsiasi superficie. Sono gli avversari a doversi preoccupare. Altitudine o meno.  


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