Qui Us Open, Sinner va a testa alta. Ha la forza di chi ha sempre rispettato le regole

"Mai ho violato le norme, mai farei nulla di illegale". Le parole di New York confermano la grandezza del N.1: "La gente sa chi sono io, lo sanno i miei tifosi". E il prof. Donati dice: "Jannik è assolutamente innocente".
Xavier Jacobelli
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Per la prima volta dopo l'esplosione del caso Clostebol, questa sera Jannik Sinner ha pubblicamente commentato la vicenda, a New York, in occasione dell'incontro con i media che precede l'Us Open. Il N.1 del tennis mondiale ha dato una nuova dimostrazione della sua straordinaria forza morale, parlando chiaro, senza dribblare nessuna domanda e rimarcando la sua totale estraneità alla vicenda che l'ha inconsapevolmente coinvolto. "La gente sa chi sono io, lo sanno i miei tifosi. Chi mi conosce, sa che non ho mai violato le regole e non farei nulla di illegale. In questi momenti, molti mi sono stati vicino e ho capito di avere degli amici. Ho giocato con questo peso nella mente ed è andata bene, ma, ovviamente, essermi liberato da questo pensiero non può che farmi stare meglio e farmi giocare questo torneo al massimo. Preoccupato? Certamente, è stato un momento duro per me e il mio staff, lo è ancora e questo non è stato certo il modo migliore per prepararmi agli Us Open. È stato un processo molto lungo, ho dovuto prendere decisioni, seguire le tempistiche del procedimento che erano indipendenti da me. Ho sempre creduto di continuare a giocare a tennis poiché nella mia mente sapevo di non aver fatto nulla di sbagliato. Sapevo di essere pulito e non vedevo l'ora di dimostrarlo. Chi mi conosce, sa che sono una persona seria che rispetta le regole".

Sinner: "Ferrara e Naldi? Non ho più fiducia in loro"

Quanto a Ferrara e Naldi, sollevati dai rispettivi incarichi di preparatore atletico e fisioterapista, Sinner ha tagliato corto: "Sono stati importanti per la mia crescita e per il team, però, a causa di quell'errore, non ho più fiducia in loro. Penso ci voglia aria nuova all'interno della squadra". A Kyrgios e Shapovalov che hanno sputato veleno su di lui, Sinner ha riservato una replica di classe: “Ogni processo ha le sue modalità, non ci sono favoritismi. Capisco la frustrazione o il pensiero ad esempio dei giocatori che sono stati sospesi e hanno dovuto aspettare per essere giudicati, ma loro, a differenza nostra, non sapevano come fosse finita in corpo la sostanza incriminata, il che ha rallentato tutto; noi, invece, abbiamo capito immediatamente il problema e ricostruito la questione".

Professor Donati: "Sinner? Il doping è una storia senza senso"

A sostegno dell'innocenza dell'azzurro è intervenuto con tutta la sua autorevolezza il professor Sandro Donati, autentico simbolo internazionale della lotta al doping e, anche per questo, è particolarmente inviso ai professionisti dell'antidoping. Allenatore di Alex Schwazer, vittima della manipolazione di provette acclarata dal tribunale di Bolzano e mai accettata da World Athletics e Wada, Donati non ha dubbi su Jannik: "Meno di un miliardesimo di grammo di Clostebol non potrebbe mai dopare nessuno. Il clostebol si può trasmettere anche con una stretta di mano, non si capisce perché siano inserite certe sostanze nell’elenco di quelle dopanti". Intervistato da T quotidiano autonomo dle Trentino Alto Adige Südtirol, Donati ha parlato chiaro, come suo costume: "Questa è una storia che non ha senso, di per sé non si dovrebbe nemmeno parlarne. Data la concentrazione così bassa di Clostebol, era chiaro fin da subito che le ragioni di Sinner fossero convincenti. Questo caso può essere utile per fare riflessioni su tutto il sistema antidoping, che evidentemente ha delle falle e non funziona. Innanzitutto, è assodato che la lunghissima lista di sostanze proibite contiene, oltre a quelle davvero dopanti, anche altre che sono solo un riempitivo e non si sa bene perché siano lì, come il Clostebol, uno steroide da doping apparente, un finto doping. E i primi a sapere che si tratta di una sostanza innocua e facilmente trasmissibile sono i responsabili dell’antidoping".

Professor Donati, Sinner e il clamoroso aneddoto: "Un giorno..."

L'aneddoto raccontato da Donati è illuminante: "Un giorno un direttore di un laboratorio internazionale, di cui non farò il nome, mi confidò, vantandosi, che una sua chimica, dopo aver spalmato una crema al figlioletto per lenire una ferita, si era sottoposta su sua richiesta, a titolo di esperimento interno, al test antidoping ed era risultata positiva. Questo direttore mi rivelò anche che immediatamente dopo chiese alla donna di stringere la mano a un altro collega del laboratorio, che risultò a sua volta positivo. Io gli dissi che questo genere di positività sono immorali da dare. Pensi a un atleta amatoriale: gli trovano tracce di Clostebol nelle urine e magari non sa nemmeno perché, dovrebbe star lì a ricordarsi di quante mani ha stretto. Solo in Italia sono stati rilevati 28 casi di positività a questa sostanza. Figuriamoci nel mondo. Mi chiedo: in quelle situazioni c’è stato il garantismo e la delicatezza avuti giustamente, e sottolineo giustamente, con Sinner? Non vorrei che molti atleti ci fossero andati di mezzo solo perché non di grande nome, o perché magari privi delle possibilità economiche di un campione che può ingaggiare chimici e avvocati adeguati. Lottare per ottenere verità e giustizia è parecchio oneroso. Sa quanto costa fare ricorso al Tas di Losanna? 50 mila euro tra avvocati specializzati eccetera. E sostenere ogni altro grado di giudizio ti costa altre decine di migliaia di euro al colpo. Schwazer si è pagato tutto di tasca propria e a fatica. Ed era Schwazer. Il sistema antidoping vive una stortura e un'enorme contraddizione: da un lato è inefficace quando servirebbe davvero, dall’altro stranamente funziona su casi irrilevanti come questo del Clostebol e spesso ai danni dei poveri cristi che non hanno i mezzi per difendersi. Quasi che si volesse fare statistica, mostrare che il sistema comunque lavora. Sì, ma contro i deboli".

Donati: "Team Sinner? Ha commesso un grave errore"

Sferzante il giudizio sul preparatore atletico Umberto Ferrara e il fisioterapista Giacomo Naldi: "Un errore grave e inammissibile. Trovo normale che questi due debbano lasciare ed essere sollevati dall’incarico". Cosa che Sinner ha fatto. A New York, Jannik ha ricostruito la dinamica dell'accaduto: "Ferrara ha immediatamente capito quale fosse il problema, ovvero il suo spray. In base a questo, abbiamo avvertito le autorità e abbiamo spiegato tutto. Sapevamo come fosse finita la sostanza nel mio corpo e da dove venisse. Non è stato facile, anche perché ero sempre stato molto attento a tutto. Non è stato facile gestire una questione come quella della mia positività prima di uno Slam. Non ho fatto nulla di sbagliato, ho giocato per mesi con questa cosa in testa. È un sollievo aver avuto questo risultato. Cercherò di giocare e divertirmi in questo splendido torneo. Sono felice che sia finita e sono felice di essere qui".


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