New York Times durissimo contro Sinner dopo la sentenza Wada: "Cambiata la storia del tennis"

Con una minuziosa ricostruzione del 'caso clostebol', il celebre giornale statunitense ne mette in luce quelle che (a suo parere) sono le contraddizioni e annuncia un grande cambiamento
3 min

NEW YORK (STATI UNITI) - Mentre Jannik Sinner sconta la sua squalifica, distraendosi con la Fashion Week di Milano, l'eco del 'caso clostebol' viene raccolto oltreoceano dal New York Times, che attraverso una minuziosa ricostruzione della vicenda che ha avuto come protagonista il numero 1 del tennis Mondiale, evidenzia le contraddizioni della Wada e annuncia grandi cambiamenti nel mondo dell'antidoping.

Sinner 'granello di sabbia'

Al centro dell'approfondimento, le dinamiche decisionali della Wada, che con l'accordo trovato con Sinner e le relative spiegazioni allo stop comminato al numero 1 dell'Atp fino a maggio, ha mostrato un cambio di rotta che non è passato inosservato. Se prima del 'caso clostebol', infatti, le richieste di squalifica per gli atleti finiti inconsapevolmente nelle maglie dell'antidoping, era tassativamente tra i 12 e i 14 mesi, gli ultimi sviluppi, prima con la polacca Swiatek e poi con lo stesso Sinner, hanno portato a stop più brevi e non all'applicazione pedissequea del regolamento, al di là della sbandierata "proporzionalità" già compresa nelle pene comminate secondo l'agenzia internazionale antidoping, Un'incoerenza ed una disparità di trattamento che hanno sollevato proteste a tutto tondo e che porteranno ad un cambiamento epocale entro il 2027.

 

La retromarcia della Wada

"Gli atleti sono responsabili della negligenza dell'entourage. Questo non vuol dire che tutti i casi possano essere trattati allo stesso modo". I funzionari della Wada hanno difeso così l'accordo trovato con Sinner, definendolo come appropriato e la pena di tre mesi come proporzionata al livello di colpevolezza. Una dichiarazione incoerente per il NYT, che ricorda come la stessa Agenzia internazionale antidoping, opponendosi alla prima assoluzione del numero 1 del mondo, si fosse mostrata irremovibile sulla necessità di una squalifica non inferiore ad un anno, prima di ridurla a soli tre mesi. 

Le proteste degli atleti

Nonostante la Wada abbia sottolineato l'equità del compromesso trovato e che sia stato solamente uno degli ultimi 70 conclusi con diversi atleti, sarebbero pronte le strategie di rivalsa da parte di avvocati che per anni si sono visti rispondere in maniera differente per simili casi di contaminazione involontaria, e che dai prossimi saranno pronti a sbandierare il precedente di Jannik Sinner per ottenere uno sconto di pena, aspettando la stagione delle grandi riforme.


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Sinner