Sinner numero uno del mondo fino a fine anno: cosa deve fare per non farsi superare da Alcaraz

Sul cemento Jannik difenderà 5.700 punti da qui a fine anno, mentre per lo spagnolo sono solo 800. Ma la superfice in cemento esalta l’azzurro
Ronald Giammò

Il giorno dopo, il sapore dell’impresa comincia a sciogliersi e con lui le tensioni e i dubbi che avevano accompagnato le due settimane londinesi. La separazione dai due membri del team, quel gomito che tanto aveva impensierito e non ultima la paura che la sconfitta di Parigi contro Alcaraz avesse lasciato un’eredità troppo pesante per essere smaltita così in fretta. Jannik Sinner è tornato a casa. Un volo privato da Londra, e giorni preziosi ad attenderlo tra gli affetti e i luoghi di sempre, per rivestire di ulteriore senso quanto appena compiuto e ricaricare le batterie in vista di ciò che l’attende. La trasferta londinese avrebbe potuto intaccare la sua leadership nel ranking ATP e mettere lo spagnolo e quel poco di concorrenza che ancora resiste nel circuito in scia per un sorpasso da costruire nello swing verso gli US Open. E invece, sconfitto il murciano campione in carica, il gap tra i due si è fatto ancora più ampio (3.430 punti): condizione che dà ora all’azzurro qualche garanzia in più in vista di un finale di stagione che per la seconda volta consecutiva potrebbe vederlo chiudere l'anno da numero uno del mondo.  


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Sinner

Sinner, tanti punti da difendere nel finale di stagione

Non sono pochi infatti i punti che Sinner dovrà difendere da qui a novembre. C’è il successo nel Master1000 di Cincinnati, un quarto di finale in Canada, il trionfo di New York, la trasferta asiatica di Shanghai e il titolo da difendere alle ATP Finals. Un bottino di ben 5.700 punti. Molto più leggero degli 800 e poco più raccolti dal murciano l’anno scorso. Attenzione però a investire Alcaraz del ruolo di cacciatore della volpe rossa ormai in fuga. Carlitos da due anni a questa parte ha vissuto finali di stagione assai avari di risultati: una condizione poco adeguata, le lunghe trasferte oltre oceano senza via di fuga, le motivazioni da provare a rinnovare costantemente. Complice lo stop di tre mesi concordato con la Wada a inizio primavera, è ragionevole pensare che il serbatoio di Sinner si presenterà al via dell’ultimo snodo della stagione con più carburante; difficoltà e motivazioni son per lui due vasi comunicanti che anziché fiaccarlo ne esaltano l’agonismo, e a Toronto, tra quindici giorni, si presenterà con ben sessanta settimane consecutive trascorse in vetta al ranking.  


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Sinner si esalta sul cemento: la statistica

Ma non è solo la matematica a offrire rassicurazioni sul consolidamento della sua egemonia. Archiviati i prati infatti si tornerà a giocare sul cemento. La superficie più gradita a Sinner, non intaccata da alcun ciuffo o rimbalzo irregolare, quella che comporta meno fatica dal punto di vista dell’adattamento e su cui ha vinto 17 dei 20 titoli sin qui conquistati in carriera. È un quadro che scoraggerebbe qualsiasi concorrenza. Ma su cui Sinner non si adagerà. Anzi. «Avremo sempre un mirino puntato addosso», ha dichiarato lui stesso nella conferenza stampa post vittoria. «A 23 anni ancora non posso essere al 100%, ci sono ancora tante piccole cose su cui lavorare e che fanno la differenza». Lunga e tortuosa per gli altri si annuncia la strada verso il trono. 

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Il giorno dopo, il sapore dell’impresa comincia a sciogliersi e con lui le tensioni e i dubbi che avevano accompagnato le due settimane londinesi. La separazione dai due membri del team, quel gomito che tanto aveva impensierito e non ultima la paura che la sconfitta di Parigi contro Alcaraz avesse lasciato un’eredità troppo pesante per essere smaltita così in fretta. Jannik Sinner è tornato a casa. Un volo privato da Londra, e giorni preziosi ad attenderlo tra gli affetti e i luoghi di sempre, per rivestire di ulteriore senso quanto appena compiuto e ricaricare le batterie in vista di ciò che l’attende. La trasferta londinese avrebbe potuto intaccare la sua leadership nel ranking ATP e mettere lo spagnolo e quel poco di concorrenza che ancora resiste nel circuito in scia per un sorpasso da costruire nello swing verso gli US Open. E invece, sconfitto il murciano campione in carica, il gap tra i due si è fatto ancora più ampio (3.430 punti): condizione che dà ora all’azzurro qualche garanzia in più in vista di un finale di stagione che per la seconda volta consecutiva potrebbe vederlo chiudere l'anno da numero uno del mondo.  


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