Egonu è un caso nazionale, retroscena e tensioni: cosa può succedere ora

Crisi di rigetto del gruppo verso la star: le esclusioni del ct hanno isolato Paola, dalle sue panchine è nato un equivoco
Egonu è un caso nazionale, retroscena e tensioni: cosa può succedere ora© ANSA
Giorgio Marota
6 min

ROMA - La pallavolo è l’unico sport nel quale passare la palla ai compagni non è un’opzione, ma una regola. Sarà per questo che l’armonia collettiva ha un peso straordinariamente importante. Il passo indietro di Paola Egonu, esclusa dal torneo pre-Olimpico per sua stessa richiesta al netto del «periodo di pausa concordato» (come l’ha chiamato la Fipav), dimostra viceversa che qualcosa nell’Italvolley femminile si è rotto. E non da pochi giorni. La data da cerchiare in rosso è il 15 ottobre 2022. Ricorderete lo sfogo di Egonu dopo la finale 3°-4° posto della rassegna iridata: lei parlò di insulti razzisti, e fece scalpore, attivando un meccanismo che si è trascinato fino all’Europeo chiuso pochi giorni fa fuori dal podio. Un anno dopo, la contraddizione sulla gestione dell’opposto è letteralmente deflagrata in una rottura. Non solo con il c.t. Mazzanti, ma pure con il resto della squadra, che non accetta più le fughe in avanti di Paola e la sua capacità innata di essere personaggio (nel bene e nel male) oltre che di attirare i riflettori. Prima che uscissero le pre-convocazioni per l’Europeo, tra le ragazze c’era chi sosteneva a mezza bocca, addirittura, che «questa Italia può vincere anche senza di lei». Insomma, c’è stata la classica crisi di rigetto.

Egonu, il caso

Il bronzo mondiale fu sovrastato mediaticamente dal caso Egonu, che le sue compagne non gradirono, rinfacciando (per mesi) a giornalisti e addetti ai lavori di aver offuscato l’impresa per dedicare fiumi di parole solo e soltanto alla storia di Paola. «Se tornerà? Ne parleremo a maggio con serenità» disse Mazzanti a gennaio dopo lo storico incontro delle nazionali dal Papa. E così la federazione ha porto l’altra guancia. A una condizione: tentare, di comune accordo col c.t., di eliminare le condizioni che avevano generato fastidi, gelosie e tensioni. Il primo passo è stato la conferma del tecnico che, se fosse stato allontanato, avrebbe reso evidente una scelta di campo da parte della Fipav. Diversi contatti ci sono comunque stati sia con Guidetti sia con Santarelli, prima che i due allenatori si “scambiassero” le panchine di Turchia e Serbia, arrivando curiosamente a giocarsi il titolo continentale. «Dopo il Mondiale non avevo la squadra in mano» ha ammesso dopo l’Europeo lo stesso Mazzanti, che nei giorni della crisi strappò dal presidente Manfredi la promessa di arrivare insieme a Parigi 2024. Così nelle ultime scelte Davide ha tenuto a casa la palleggiatrice Malinov, le schiacciatrici Bosetti e Gennari, la centrali Chirichella e Bonifacio e il miglior libero del mondo, De Gennaro. Voci di corridoio parlavano di «cerchio magico» attorno a Egonu fatto sparire per isolarla dalle sue storiche alleanze, con la speranza che potesse ritrovare la sintonia perduta col resto del gruppo. Ma c’è di più: Paola è finita in panchina per fare posto ad Antropova, la giovane campionessa che i vertici federali si sono affrettati a far diventare cittadina italiana, riuscendoci solo in extremis, con la squadra già in ritiro. Escludere Egonu avrebbe fatto scalpore - anche se De Giorgi ha fatto lo stesso con Zaytsev, venendo ricompensato dal titolo mondiale - la via di mezzo ha lasciato però aperto l’equivoco. E alla prima sconfitta è venuto giù tutto.

Egonu, il futuro

In Fipav smentiscono un litigio tra la 24enne e il tecnico; nonostante ciò, il rapporto tra i due non è mai stato felice negli ultimi quattro anni (Paola però gli faceva vincere le partite, e quindi...). La campionessa ha iniziato così a sentirsi un peso, un oggetto da esibire solo in caso di necessità, un corpo estraneo. E ha tolto il disturbo rinunciando al preolimpico, senza che nessuno le corresse dietro. «Mazzanti è il mio maestro e conosco pregi e difetti di Paola, ma pensare a una Nazionale senza di lei è utopia» ha detto ieri Santarelli a Radio Sportiva.Sarà possibile ricucire lo strappo? Il vero snodo sarà Parigi. Mazzanti ci arriverà da c.t., a meno che non fallisca il preolimpico; a quel punto neppure il ranking (che garantisce altri posti) lo salverebbe dall’esonero. Comunque vada, per lui non sembra esserci futuro in azzurro oltre il 2024: il suo ciclo finirà. Se l’Italia conquistasse il pass per i Giochi, la storia di Egonu sarebbe invece al bivio: o torna definendo il suo ruolo (titolare o riserva, senza mezze misure) oppure resta a casa. Un’ipotesi, quest’ultima, che il presidente del Coni, Malagò, eviterebbe volentieri, come avrebbe ribadito ai dirigenti Fipav in una cena a Firenze dopo i quarti contro la Francia. Recuperare Egonu, con o senza Mazzanti, è una questione di interesse nazionale.


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