Legale Lotito: «Chiederò al PM di Napoli di ascoltarci»

Gian Michele Gentile, avvocato del presidente: «È stato ascoltato la scorsa settimana dal procuratore Palazzi e la Lazio non rischia»
Legale Lotito: «Chiederò al PM di Napoli di ascoltarci»© LaPresse
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ROMA - "Chiederete di essere ascoltati a Napoli? Certo, prenderò contatti già oggi con il pm per sapere che programmi ha e se intende sentirci, ma per essere ascoltati vogliamo sapere da cosa ci dobbiamo difendere". Così all'Ansa Gian Michele Gentile, avvocato di Claudio Lotito, annuncia le contromosse del presidente della Lazio, all'indomani delle perquisizioni subite e legate all'inchiesta partenopea, in cui il patron risulta indagato per tentata estorsione, nata dalla sua telefonata pubblicata con il dg dell'Ischia Pino Iodice. Il legale chiarisce anche la frase "i miei accusatori diventeranno accusati" detta ieri dal presidente e consigliere Figc. "Si riferisce alla denuncia fatta a Iodice per calunnia e diffamazione", spiega, rilevando che tale processo "sembra sia andato a Napoli per competenza territoriale".

LA PROCURA FEDERALE - L'inchiesta penale si intreccia con quella sportiva della Procura Figc. "Il presidente è stato ascoltato la scorsa settimana dal procuratore Palazzi - aggiunge Gentile -. Nuove prove? Non ci risultano. Il dossier prodotto da Iodice? Alla luce degli atti di indagine mandati alla procura federale non c'erano dichiarazioni accusatorie nei confronti del presidente Lotito. Tutti quelli che hanno votato a favore di quel programma nell'assemblea di Lega Pro lo avevano fatto condividendolo ed escludendo che ci fossero state intimidazioni o cose di carattere economico. Già abbiamo prodotto tutta questa documentazione quando Lotito è stato ascoltato dal pm di Roma". Gentile esclude ripercussioni per la Lazio, qualora Lotito dovesse essere deferito da Palazzi: "Non era in Lega Pro in rappresenta della Lazio, ma in quanto rappresentante della Salernitana e della Figc".

LA PROCURA INDAGA - I documenti relativi alla erogazione dei contributi federali alle società di Lega Pro, sequestrati ieri dalla Digos, sono ora al vaglio dei magistrati della Procura di Napoli che conducono l'inchiesta nella quale è indagato per tentativo di estorsione, il presidente della Lazio Claudio Lotito. Secondo l'ipotesi accusatoria, infatti, Lotito avrebbe fatto pressioni sui dirigenti di diverse società, utilizzando come "arma" i contributi federali, perché votassero secondo le sue indicazioni nell'assemblea chiamata ad approvare il bilancio. Ciò allo scopo, secondo i pm, di consolidare il proprio potere all'interno della Figc e della Lega. All'esame degli inquirenti anche venti computer sequestrati ieri nel corso delle perquisizioni presso la Federazione, la Lega e l'abitazione di Lotito. I pm Vincenzo D'Onofrio e Stefano Capuano (titolari dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli insieme con i sostituti Vincenzo Ranieri e Danilo De Simone) hanno ascoltato ieri nella sede della Federazione in qualità di persona informata dei fatti, un consulente della Figc e il segretario Antonio Di Sebastiano.


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