Ancora violenza nel Lazio: espulso, dà una testata all’arbitro 

Ennesima aggressione, questa volta in Seconda categoria: il direttore di gara Fabio Serafini ha finito la sua domenica al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Camillo de Lellis di Rieti
Ancora violenza nel Lazio: espulso, dà una testata all’arbitro 
Edmondo Pinna
3 min

Un bollettino. Ogni domenica, accanto ai gol di serie A, a Ronaldo e Icardi, a Insigne e Cutrone. Ancora un arbitro nel mirino, questa volta in Seconda categoria. Sì, sempre nel Lazio, ancora nel Lazio, come è stato per Riccardo Bernardini (che ha rischiato la vita) due settimane fa, come è stato per Cosimo Ferrara domenica scorsa (ci ripetiamo: sarebbe il caso che la Figc ci facesse più d’una riflessione). Anche se spesso la violenza (pure quella verbale) non ha confini. Diciannove anni, un centinaio di chilometri per far giocare una partita a Borgorose, provincia di Rieti, 86 euro di rimborso tutto (tutto!) compreso: Fabio Serafini ha finito la sua domenica al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Camillo de Lellis di Rieti. Si può? No, e nessuno dovrebbe stancarsi di dirlo.
 
DINAMICA - Succede tutto nel recupero della partita di Seconda categoria laziale (girone C) fra l’Equicola 2015 e la Polisportiva Quintilianum, stadio San Rocco di Borgorose. Un pallone sul palo, poi dentro, il tentativo disperato del portiere dell’Equicola, nulla da fare. Succede che qualcuno, in campo, non ci sta. Succede che M.C., giocatore della squadra di casa, spinge l’arbitro che è girato di spalle dopo aver convalidato la rete del 2-3. Prima dell’inevitabile rosso, avrebbe anche avuto il tempo di minacciarlo («Se mi espelli....»), poi lo avrebbe colpito con una testata fra tempia e sopracciglio. Fabio Serafini fa in tempo a fischiare la fine poi, nell’indifferenza generale (questo ha raccontato ai suoi “superiori”), ha accusato dei giramenti di testa. Per fortuna il papà (santi genitori!), un feeling con l’arbitraggio anche lui, era presente, l’ha accompagnato al pronto Soccorso del nosocomio di Rieti dove è rimasto fino a tarda sera.

CONTROMISURE - La Federcalcio sta per elaborare l’inasprimento delle pene per chi aggredisce gli arbitri. Il caso-Bernardini (ieri l’Olympia è tornata a giocare sul suo campo, a porte chiuse, all’arbitro Andrea Giordani di Aprilia hanno detto di tutto, e c’erano solo tesserati) ha scosso anche il mondo della Politica, c’è bisogno di pene dure e certe. Si sicuro, quelle attuali (come quella seguente proprio al pestaggio del «Francesca Gianni» a San Basilio, Roma) lasciano più d’una perplessità. Soprattutto se i risultati sono questi. La scorsa settimana, mentre a Roma (nello stesso impianto dove s’era disputata la Partita dell’Amicizia in onore di Bernardini) ad un arbitro pensavano bene di insultarlo, minacciarlo e di rompergli il cellulare chiuso nella borsa e nello spogliatoio (sanzioni: gara persa 0-3, 100 euro di multa, squalifiche da 2 a 4 giornate...mah...), a Bassano del Grappa, in una partita di Seconda categoria (Marchesane-Real Stroppari) all’arbitro donna Sara Semenzin, 19 anni anche lei, veniva detto di tutto. Multe alle due società (250 e 300 euro) e l’allenatore squalificato fino a fine stagione. La Figc faccia presto...


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