Il Real Madrid ipoteca la 36ª Liga, in attesa della Champions

L’esaltante settimana dei blancos, che si era aperta con l’impresa di Manchester in Champions, si chiude con il successo nel Clasico. Liga saldamente nelle mani di Vinicius e compagni, mentre in Spagna si grida allo scandalo per l’assenza della goal-line technology nel torneo.
Il Real Madrid ipoteca la 36ª Liga, in attesa della Champions© EPA
Andrea De Pauli
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MADRID (SPAGNA) - Game over. Il Real Madrid fa tris, aggiudicandosi, dopo il Clasico di campionato di Montjuic e quello saudita di Supercoppa di Spagna, anche quello del Santiago Bernabeu. Davanti ai 77.981 presenti, si chiude con un pirotecnico 3-2 per i blancos, che pare riassumere nei migliore dei modi un’intera stagione. I blaugrana, trascinati dall’attivissimo baby Lamine Yamal si portano per due volte in vantaggio con Christensen e Fermin Lopez, ma si fanno puntualmente riacciuffare da un rigore di Vinicius e dal jolly Lucas Vazquez, prima che il solito Bellingham, già deciso all’andata con la sua doppietta, trovi il gol partita in pieno recupero. 36ª Liga a un passo per i ragazzi di Carlo Ancelotti, che ora vantano ben 11 punti di vantaggio sugli eterni rivali, quando mancano appena 6 giornate al termine del torneo.

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Capolavoro blanco

Si tratta di una nuovo capolavoro per il Real, che nonostante la comprensibile stanchezza fisica e mentale seguita all’impresa dell’Etihad di Manchester, è riuscito ad avere la meglio su un avversario all’ultima spiaggia, che in settimana aveva visto svanire il sogno Champions insieme all’espulsione guadagnata da Ronald Araujo, che aveva dato il via alla remuntada del Paris Saint Germain. Impresa completata, per di più, con un pacchetto arretrato a dir poco di emergenza, formato dal secondo portiere Lunin tra i pali, l’esterno offensivo Lucas Vazquez a fare il terzino destro e il centrocampista Camavinga sul fronte sinistro, oltre al mediano Tchouameni nel cuore della difesa accanto a Rudiger, l’unico a giocare nel suo ruolo. Qualche metro più avanti, gli eterni Kroos e Modric contemporaneamente in campo. E chissà che si sia trattato dell’ultimo Clasico per la straordinaria coppia formata dal tedesco e dal croato, che insieme hanno conquistato la bellezza di 21 titoli con i blancos, tra cui 4 Champions. Entrambi decideranno il loro futuro solo al termine di una stagione, che oltre a una Liga praticamente già in tasca, potrebbe chiudersi con una nuova Coppa Campioni da inserire nella personale bacheca.

Nuovi rimpianti

Per il Barça, invece, si tratta dell’ennesima illusione svanita. Nuovamente con i teenagers Cubarsì e Lamine Yamal nell’undici titolare, i blaugrana sono passati per due volte in vantaggio, salvo poi squagliarsi e farsi rimontare, fino alla sconfitta finale. Esattamente come martedì scorso in Champions, la serata si chiude con il dimissionario Xavi che punta il dito contro l’arbitro. Nella gara col Psg i catalani avevano protestato per l’espulsione di Araujo e per un rigore negato a Gundogan. Stavolta, invece, le lamentele riguardano il rigore trovato dal match winner Lucas Vazquez (suo il momentaneo 2-2 e, pure, l’assist finale per un Bellingham al 17º gol in campionato) e, soprattutto, il gol fantasma non concesso a Lamine Yamal. In questo caso, in assenza di gol-line technology e di immagini dirimenti per il Var, al Signor Soto Grado non è rimasto altro che far proseguire il gioco con l’1-1 di quel momento che rimaneva immutato. Una riflessione seria a riguardo, però, dovrebbe farla il presidente della Legacalcio spagnola, Javier Tebas, che si ostina cocciutamente a non fornire di occhio di falco il suo torneo.

Vergogna e orgoglio

Scelta a dir poco anacronistica. «È una vergogna» lo schietto commento di Xavi. «Se vogliamo diventare davvero il miglior campionato del mondo, dobbiamo avanzare anche noi e adottare la tecnologia. Sono, comunque, molto orgoglioso della squadra. Con la nostra prestazione ci saremmo meritati la vittoria, però ci sono cose che non possiamo controllare purtroppo. Siamo stati migliori del Real». Piena soddisfazione, e non poteva essere altrimenti, per Ancelotti. «Sono orgoglioso della squadra. Siamo stati capaci di recuperare per due volte il risultato e, con un ultimo sforzo, siamo riusciti a trovare il gol della vittoria con l’ultima goccia di energia che ci era rimasta dopo due partite durissime. È stata una settimana indimenticabile».

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