Napoli, Osimhen miniera d'oro: ecco perché può battere Higuain e Cavani

L'attaccante nigeriano può fare meglio degli altri due ex centravanti azzurri sul fronte calciomercato
Napoli, Osimhen miniera d'oro: ecco perché può battere Higuain e Cavani
Antonio Giordano
3 min

Perché poi li chiamo esclusivamente centravanti non è mai molto chiaro: queste sono miniere d’oro in cui un cercatore, Adl, con la collaborazione del management di cui si circonda, trova ricchezza. Il giorno in cui Victor Osimhen comparve sulla scena, a Capri, mai location più appropriata, Cristiano Giuntoli se ne stava in un angolino della dimora spaziale in cui De Laurentiis aveva posto il proprio quartier generale, e lo sussurrava tra sé e sé: "Un fenomeno".

Napoli, Osimhen è diventato Re Mida

C’erano voluti quarantanove milioni di euro in contanti, in un affare da settanta con una serie di contropartite, per prendersi un calciatore in prospettiva, una scommessa per uomini forti a cui poi Spalletti ha offerto la possibilità di costruirsi un destino forte: sono volati via tre anni, ci sono in mezzo 101 partite e 59 gol, una serie di infortuni e varie operazioni, ma Osimhen s’è trasformato in Re Mida, ha praticamente triplicato il proprio valore e comunque è diventato una star. Per meno di centottanta il Napoli non lo cederà, magari anche a duecento se è il caso, e questa sì che è una plusvalenza, anzi lo sarebbe, se non ci fosse il desiderio - quasi un’ossessione - di trovare il modo per rinnovare: chiacchierate in corso, Roberto Calenda, il manager, ascolta con devozione e aspetta che Adl si manifesti.  

Pipita e matador

Osimhen è un gioiello di bellezza accecante, una griffe che confonde le anime del calcio, come accadde con Higuain, che Adl andò ad acquistare al Real Madrid per 38 milioni, rompendo gli argini e introducendosi in una dimensione nuova: poi, a latere, sistemò una clausola da 90 milioni di euro. Pareva una follia, un metodo per tentare di tenere alla larga presunti o autentici estimatori e invece nascondeva l’all in: la Vecchia Signora, appena 1.099 giorni dopo, si presentò con una pec, esercitò il diritto d’acquisto, versò quella valanga di danaro e scatenò un’estate eppure un inverno di polemiche, sulle quali il pipita lanciò una secchiata di benzina con quell’urlo al San Paolo verso Adl: "Es tu culpa". Ma nel viaggio a ritroso, Cavani diventa lo spartiacque, è il capolavoro che diviene un po’ punto di riferimento del Napoli modello De Laurentiis: diciassette milioni pagabili in quattro soluzioni per averlo nel luglio 2010, sessantaquattro per cederlo nel 2013 al Psg e per comprarsi Higuain, che poi fece acquistare Milik, che poi avrebbe portato a Osimhen. Che venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato Adl comprò... 

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