Siviglia-Roma, i cambi hanno riscritto la partita

Tre gare differenti in 120’. Giallorossi ko con orgoglio. Soprattutto con Suso sono aumentate tecnica e velocità. Mou non aveva le risorse del rivale
Siviglia-Roma, i cambi hanno riscritto la partita© Getty Images
Alberto Polverosi
4 min

La Roma ha perso una partita che ha giocato con la testa, col cuore, con i nervi. Ha perso da Roma, con orgoglio, restando in piedi anche quando soffriva. E’ un peccato perdere una Coppa così, ai rigori, ma sa di aver dato il massimo. Non aveva altro. In 120' ci sono state tre partite differenti l’una dall’altra. La prima con tinte giallorosse, la seconda degli andalusi, la terza, quella dei supplementari, bloccata dalla stanchezza. Solo su azione si sono contati sul fronte andaluso 14 cross nel primo tempo, 10 nel secondo, 2 nel primo supplementare, 2 nel secondo, da destra (Ocampos e soprattutto Navas) e da sinistra (Telles, che prendeva il posto dello squalificato Acuna, e più raramente Bryan Gil), ma solo una volta Smalling, Mancini e Ibanez hanno perso la posizione subendo il gol del pareggio col tocco di Mancini nella sua porta. Negli altri casi, quasi tutti palloni respinti dai romanisti, di testa o di piede, più altri mai arrivati a destinazione. Il cross era lo schema preferito (troppo) dal Siviglia, ma la Roma non ha sbagliato un solo intervento, sostenuta dal radar di Smalling, capace di intuire e ribattere ogni traiettoria.

La Roma attaccava in modo più incisivo

Era più vario e soprattutto più incisivo il modo di attaccare dei giallorossi nei primi 45 minuti. Lanciavano da dietro con Mancini per Abraham oppure cercavano Dybala con un palleggio comunque rapido e sempre verticale, e l’argentino ogni volta che entrava sulla scena metteva a soqquadro la difesa andalusa. Come era successo prima del gol e come accadrà anche dopo. Sul piano tattico, la differenza del primo tempo è stata netta, così come lo sarà, in senso contrario, nella ripresa. Per 45' da una parte c’era una squadra dalla manovra ripetitiva e con un solo sbocco, poco raccolta e poco convinta, il Siviglia, dall’altra una squadra più applicata, ben dentro la sfida e a conoscenza delle difficoltà che gli avversari potevano creare, la Roma. Col controllo così efficace nel gioco aereo, il Siviglia ha tentato solo una volta la conclusione dalla distanza e Rakitic, con un sinistro micidiale, ha centrato il palo interno. La Roma era solida in mezzo. Matic ha comandato con la sua autorevolezza fino all’ammonizione (21' primo tempo), poi ha gestito il giallo con esperienza, è un giocatore dotato di un’intelligenza rara, sa cosa fare in ogni momento e in ogni situazione; Cristante è stato ancora più cattivo, come si è visto in occasione del gol, quando con un rabbioso corpo a corpo ha sradicato la palla a Rakitic a metà campo, l’ha consegnata a Mancini e da lì è arrivato l’assist per la splendida rete di Dybala, che Telles ha marcato subendone il fascino, la classe e il genio.

I cambi hanno modificato la partita

Non c’era, nella Roma, un giocatore sotto tono, nessuno è rimasto ai margini della sfida, a differenza del Siviglia che nel primo tempo non ha mai trovato il modo di far valere la buona tecnica di Ocampos, Bryan Gil e Torres, gli ultimi due non a caso sostituiti nell’intervallo. E i cambi hanno portato il Siviglia in un’altra partita. Di comando. La tecnica e la velocità sono aumentate fra gli andalusi e la Roma ne ha sofferto, soprattutto dalla parte di Suso (a destra) dove arrivava di continuo Navas. Mourinho non aveva le risorse del suo collega e i suoi cambi forzati non potevano migliorare la squadra. Mai avrebbe tolto Dybala se fosse stato in buone condizioni, mai Abraham e mai Pellegrini per mettere Wijnaldum e Belotti. Alla resa dei conti, mancavano anche due rigoristi, l’argentino e il capitano. Ed è andata male.


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