Problema attaccanti
Restano l’amarezza e la delusione di aver fallito la qualificazione al Mondiale in Qatar con la Nazionale e ora la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi con la Under 21. Sono appuntamenti a cui il nostro calcio non può mancare. Se Mancini ha iniziato la seconda ricostruzione della sua squadra, altrettanto dovrà fare il successore di Nicolato. E questo è il punto-chiave: con quale materiale tecnico, o meglio, da quale livello tecnico possiamo ripartire? C’è un aspetto che lega amaramente le due nazionali: non abbiamo attaccanti forti. Non ci sono, non esistono. Stiamo ripartendo con ottimi portieri (da Carnesecchi a Donnarumma la qualità è notevole), con alcuni buoni difensori, con eccellenti terzini, con centrocampisti di statura internazionale come Barella, Frattesi, Tonali, ma l’attaccante no, non c’è. Il capocannoniere della Primavera è un belga del Lecce, Rares Burnete; dei primi quattro cannonieri della Serie B tre sono stranieri, Lapadula che ha scelto il Perù, il finlandese Pohjanpalo, il marocchino Cheddira e l’unico italiano, Brunori, è del ’94; in C il bomber del girone A è un argentino di Rosario (con origini italiane), Franco Ferrari, nel girone B e nel girone C hanno segnato più di tutti Ragatzu (classe ’91) e Iemmello (classe ’92). Dove andiamo a prenderli, in Serie D? In Eccellenza? Nel suo girone la Under ha segnato 4 gol in tre partite, però solo due con attaccanti (Pellegri e Gnonto) che poi hanno fallito nella gara decisiva contro la Norvegia, sbagliando più di un’occasione, come in altri momenti è capitato a Cambiaghi e Colombo.
Il futuro dopo Nicolato...
Si può dare tranquillamente la colpa a Nicolato, l’Italia non ha certo brillato sul piano del gioco e in passato, di fronte a un fallimento di questo tipo, ci sono stati dei ct (Prandelli) che si sono assunti la responsabilità e si sono dimessi. Ma Nicolato non sarebbe rimasto comunque alla guida della Under, non può essere lui la complicazione in prospettiva. Si potrebbe pensare a una commissione tecnica molto speciale, la federcalcio potrebbe coinvolgere i campioni del mondo dell’82 e del 2006, quelli che attualmente sono a riposo (Antognoni, Totti, Del Piero, ora pure Maldini anche se non ha vinto il Mondiale), per individuare i giovani, educarli calcisticamente e farli crescere. È un tesoro che andrebbe sfruttato. Il problema dell’attaccante, degli attaccanti, esiste e purtroppo resiste. Mancini s’è inventato Retegui e può contare ancora su Immobile, ma dietro è ancora più buio.