Il buio pesto nell’area di rigore

Il commento di Alberto Polverosi sull'Italia Under 21
Il buio pesto nell’area di rigore© EPA
Alberto Polverosi
5 min
Il fallimento dell’Europeo della Under 21 ha più di una faccia, più di un responsabile e più di una causa. Se ci fermiamo agli episodi, niente ci vieta di prendercela con la Uefa per l’assenza (nei gironi) del Var, della goal-line technology e soprattutto di arbitri di buon livello, con la Francia siamo stati fregati in tre clamorose occasioni, ma va ricordato che con la Svizzera, per la stessa ragione, ci siamo salvati da un rigore certo e uno probabile. Resta il dato finale: su tre partite ne abbiamo perse due e nei sei tempi disputati solo in uno siamo stati davvero superiori agli avversari (il primo con la Svizzera) e in un altro abbiamo fatto bene però senza segnare (il primo con la Norvegia)

Problema attaccanti

Restano l’amarezza e la delusione di aver fallito la qualificazione al Mondiale in Qatar con la Nazionale e ora la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi con la Under 21. Sono appuntamenti a cui il nostro calcio non può mancare. Se Mancini ha iniziato la seconda ricostruzione della sua squadra, altrettanto dovrà fare il successore di Nicolato. E questo è il punto-chiave: con quale materiale tecnico, o meglio, da quale livello tecnico possiamo ripartire? C’è un aspetto che lega amaramente le due nazionali: non abbiamo attaccanti forti. Non ci sono, non esistono. Stiamo ripartendo con ottimi portieri (da Carnesecchi a Donnarumma la qualità è notevole), con alcuni buoni difensori, con eccellenti terzini, con centrocampisti di statura internazionale come Barella, Frattesi, Tonali, ma l’attaccante no, non c’è. Il capocannoniere della Primavera è un belga del Lecce, Rares Burnete; dei primi quattro cannonieri della Serie B tre sono stranieri, Lapadula che ha scelto il Perù, il finlandese Pohjanpalo, il marocchino Cheddira e l’unico italiano, Brunori, è del ’94; in C il bomber del girone A è un argentino di Rosario (con origini italiane), Franco Ferrari, nel girone B e nel girone C hanno segnato più di tutti Ragatzu (classe ’91) e Iemmello (classe ’92). Dove andiamo a prenderli, in Serie D? In Eccellenza? Nel suo girone la Under ha segnato 4 gol in tre partite, però solo due con attaccanti (Pellegri e Gnonto) che poi hanno fallito nella gara decisiva contro la Norvegia, sbagliando più di un’occasione, come in altri momenti è capitato a Cambiaghi e Colombo.  

Il futuro dopo Nicolato...

Si può dare tranquillamente la colpa a Nicolato, l’Italia non ha certo brillato sul piano del gioco e in passato, di fronte a un fallimento di questo tipo, ci sono stati dei ct (Prandelli) che si sono assunti la responsabilità e si sono dimessi. Ma Nicolato non sarebbe rimasto comunque alla guida della Under, non può essere lui la complicazione in prospettiva. Si potrebbe pensare a una commissione tecnica molto speciale, la federcalcio potrebbe coinvolgere i campioni del mondo dell’82 e del 2006, quelli che attualmente sono a riposo (Antognoni, Totti, Del Piero, ora pure Maldini anche se non ha vinto il Mondiale), per individuare i giovani, educarli calcisticamente e farli crescere. È un tesoro che andrebbe sfruttato. Il problema dell’attaccante, degli attaccanti, esiste e purtroppo resiste. Mancini s’è inventato Retegui e può contare ancora su Immobile, ma dietro è ancora più buio. 


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