OPORTO - Immobile, in piedi, le mani in tasca. Così Leo al primo gol della Juve, al raddoppio pochi minuti dopo lo hanno abbracciato - e Nedved ha avuto un gesto di esultanza condivisa - e il labiale di Bonucci è stato di sofferenza, liberazione e sfogo. A fine partita è sceso in campo e si è allenato con quelli che non hanno giocato (guarda la sequenza), e alcuni tifosi gli hanno anche dedicato un coro.
BONUCCI SULLO SGABBELLO: IRONIA SOCIAL
LEONE IN GABBIA - La partita nella partita di Bonucci è una sfida con i sentimenti. Prima seduto a braccia conserte, poi in piedi man mano che l’adrenalina in campo saliva, ancora a manifestare disappunto o gioia. Alla mezzora è in piedi anche Nedved. Malinconia, un groviglio di pensieri, la capacità di accettare la sanzione e il dispiacere di non poter dare una mano: Leonardo
ZOOM - Leo è rimasto sempre accanto alla squadra, ha condiviso la vigilia come se fosse destinato a scendere in campo: l’immagine del difensore solitario in panchina, martedì sera durante il walkaround, sprofondato nelle cuffie o chinato sullo smartphone, lasciava trasparire più tristezza che rancore, difatti i compagni lo descrivono sereno, così come i tifosi riusciti a varcare il filtro di polizia davanti all’hotel del ritiro: ha anche firmato autografi e posato per selfie. Arrivato all’Estadio do Dragao con la squadra, s’è accodato ai compagni destinati alla tribuna per scelta tecnica e non disciplinare, bersagliato da zoom curiosi di coglierne le espressioni, intuirne le sfumature dell’umore. Eccolo imprecare per un pallone smarrito, esaltarsi per un’azione riuscita, alzare gli occhi al cielo o stringere i pugni, urlare, rammaricarsi, applaudire.
MAROTTA: «BONUCCI, CASO CHIUSO»
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