Esonero Allegri: le 5 motivazioni nella lettera della Juve

A comunicare al tecnico la decisione presa dal club è stato Scanavino, l'uomo dei conti scelto da Elkann per avviare la rifondazione: i dettagli
Giorgio Marota

Come un cavaliere Max ha guidato la sua Signora senza mai indietreggiare: l’ha difesa dagli attacchi esterni, l’ha protetta dalle pressioni e dagli spifferi interni e all’ultimo minuto dell’ultima finale ha dimostrato ancora quanto le fosse fedele, al punto da arrivare quasi a strapparsi le vesti per una decisione arbitrale controversa. Senza dubbio è stata, fino alla fine, la Juve di Allegri, il grande demiurgo del destino bianconero. La società lo ha licenziato ieri parlando di atteggiamento «non compatibile» ai valori del club, un’accusa mossa dentro un comunicato di dieci righe. Due in meno dei titoli vinti dal tecnico a Torino.

Allegri, con Scanavino l'ultimo confronto

A comunicare l’esonero - che formalmente non è “per giusta causa”, anche se potrebbero esserci degli strascichi legali - è stato l’amministratore delegato Scanavino, l’uomo dei conti scelto da Elkann per avviare la rifondazione di una società che negli ultimi due anni ha stretto la cinghia, chiuso i rubinetti e lasciato a Max il compito di fare il meglio che potesse con la rosa a disposizione, cioè la 4ª della Serie A per valore dei cartellini. E nel bel mezzo della tempesta delle plusvalenze. Scanavino, e non Giuntoli, è stato l’ultimo rappresentante del club con il quale Allegri ha potuto parlare. Ieri ha avuto giusto il tempo di guidare per l’ultima volta la squadra in mattinata, salutare i calciatori (alcuni in lacrime), uscire dalla Continassa per incontrare il direttore di Tuttosport e poi rientrare in ufficio in attesa di essere convocato dalla società. La squadra ora verrà traghettata da Montero, tecnico dell’Under 19.
La Juve ha motivato l’assenza di Giuntoli al vertice dicendo che non fosse necessaria trattandosi di provvedimento disciplinare e non di una decisione tecnica, ma il fatto ha comunque destato parecchie perplessità dimostrando quanto il rapporto tra i due si sia definitivamente lacerato dopo i fatti di mercoledì. Sono stati proprio i concitati momenti successivi alla vittoria in Coppa Italia a determinare l’epilogo di un’avventura che dopo Juve-Monza del 26 maggio sarebbe comunque terminata.

Juve, cinque contestazioni nella lettera ad Allegri

Il colloquio tra Allegri e Scanavino è durato circa dieci minuti. Poi un rappresentante dell’ufficio legale ha consegnato a Max una lettera con cinque differenti contestazioni. Che qui riportiamo: 1) il comportamento avuto in campo con l’arbitro e con il quarto uomo; 2) il danneggiamento delle attrezzature fotografiche dell’agenzia Lapresse al rientro negli spogliatoi; 3) la lite con il direttore di Tuttosport, Vaciago, ieri risolta con una stretta di mano; 4) quelle che vengono considerate delle urla nei confronti degli uomini della sicurezza (Max sostiene di aver detto soltanto «lasciatemi solo»); 5) un’altra discussione con Giuntoli, nella quale Allegri avrebbe rinfacciato al dirigente di non averlo mai difeso. L’ex presidente Agnelli è comparso sulla scena in tarda serata con un tweet: «Un mix straordinariamente unico: superbia e umanità che si fondono durante un viaggio decennale. Grazie Max, hai rappresentato essere Juventus con ogni tua cellula. Fino alla fine...».


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Allegri-Juve, il primo esonero nel 2019

Anche nel 2019 Allegri fu esonerato, in quel caso proprio da Agnelli (con il quale poi si riappacificò), proprio il 17 maggio. Sempre di venerdì. Allora Max parlò di divorzio «fisiologico» e di «cinque anni d’amore meravigliosi». Questo triennio lo commenterebbe con altri toni, salvando probabilmente solo i calciatori. Alcuni di loro ieri l’hanno salutato con parole dolcissime sui social. «Sarai ricordato come uno degli allenatori più vincenti della storia della Juve. Meritavi un addio diverso» il pensiero di Rabiot, che un anno fa legò la sua permanenza a Torino proprio a quella dell’allenatore e che oggi sembra destinato a prendere altre stade. «Come ci hai sempre detto, poche parole: Grazie mister» il messaggio di Fagioli, che a Bologna tornerà dopo la squalifica di 7 mesi per il caso scommesse. Anche Nicolò si augurava di risorgere con Max, il primo a credere nelle sue qualità.


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Come un cavaliere Max ha guidato la sua Signora senza mai indietreggiare: l’ha difesa dagli attacchi esterni, l’ha protetta dalle pressioni e dagli spifferi interni e all’ultimo minuto dell’ultima finale ha dimostrato ancora quanto le fosse fedele, al punto da arrivare quasi a strapparsi le vesti per una decisione arbitrale controversa. Senza dubbio è stata, fino alla fine, la Juve di Allegri, il grande demiurgo del destino bianconero. La società lo ha licenziato ieri parlando di atteggiamento «non compatibile» ai valori del club, un’accusa mossa dentro un comunicato di dieci righe. Due in meno dei titoli vinti dal tecnico a Torino.

Allegri, con Scanavino l'ultimo confronto

A comunicare l’esonero - che formalmente non è “per giusta causa”, anche se potrebbero esserci degli strascichi legali - è stato l’amministratore delegato Scanavino, l’uomo dei conti scelto da Elkann per avviare la rifondazione di una società che negli ultimi due anni ha stretto la cinghia, chiuso i rubinetti e lasciato a Max il compito di fare il meglio che potesse con la rosa a disposizione, cioè la 4ª della Serie A per valore dei cartellini. E nel bel mezzo della tempesta delle plusvalenze. Scanavino, e non Giuntoli, è stato l’ultimo rappresentante del club con il quale Allegri ha potuto parlare. Ieri ha avuto giusto il tempo di guidare per l’ultima volta la squadra in mattinata, salutare i calciatori (alcuni in lacrime), uscire dalla Continassa per incontrare il direttore di Tuttosport e poi rientrare in ufficio in attesa di essere convocato dalla società. La squadra ora verrà traghettata da Montero, tecnico dell’Under 19.
La Juve ha motivato l’assenza di Giuntoli al vertice dicendo che non fosse necessaria trattandosi di provvedimento disciplinare e non di una decisione tecnica, ma il fatto ha comunque destato parecchie perplessità dimostrando quanto il rapporto tra i due si sia definitivamente lacerato dopo i fatti di mercoledì. Sono stati proprio i concitati momenti successivi alla vittoria in Coppa Italia a determinare l’epilogo di un’avventura che dopo Juve-Monza del 26 maggio sarebbe comunque terminata.

Juve, cinque contestazioni nella lettera ad Allegri

Il colloquio tra Allegri e Scanavino è durato circa dieci minuti. Poi un rappresentante dell’ufficio legale ha consegnato a Max una lettera con cinque differenti contestazioni. Che qui riportiamo: 1) il comportamento avuto in campo con l’arbitro e con il quarto uomo; 2) il danneggiamento delle attrezzature fotografiche dell’agenzia Lapresse al rientro negli spogliatoi; 3) la lite con il direttore di Tuttosport, Vaciago, ieri risolta con una stretta di mano; 4) quelle che vengono considerate delle urla nei confronti degli uomini della sicurezza (Max sostiene di aver detto soltanto «lasciatemi solo»); 5) un’altra discussione con Giuntoli, nella quale Allegri avrebbe rinfacciato al dirigente di non averlo mai difeso. L’ex presidente Agnelli è comparso sulla scena in tarda serata con un tweet: «Un mix straordinariamente unico: superbia e umanità che si fondono durante un viaggio decennale. Grazie Max, hai rappresentato essere Juventus con ogni tua cellula. Fino alla fine...».


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