Siamo proprio sicuri che si sia buttato via?

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Siamo proprio sicuri che si sia buttato via?
Ivan Zazzaroni
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Ha vissuto come desiderava, giocato come e con chi gli piaceva. Ha amato, scherzato, riso, sofferto, s’è dato e ha preso, ha bruciato occasioni, affetti, denaro, ma non ha mai tradito se stesso. E alla fine... e alla fine Vincenzo D’Amico ha fatto piangere tutti. Indistintamente. In queste pagine ve lo raccontano Cucci, Recanatesi, Chioffi, i cronisti, gli amici, gli ex compagni; in queste ore anche i colleghi di altri giornali e televisioni che l’hanno frequentato. Ma soprattutto chi ha avuto il privilegio di godere del suo calcio di emozioni.

Con “Vince” ho condiviso tanti studi tv e un paio di volte anche il campo. Adoravo la sua leggerezza, quel suo modo di affrontare la giornata e i problemi, la ricerca del divertimento e del piacere. La leggerezza di “Vince” nasceva forse per compensazione, ma presto si era fatta dono collettivo, un’autentica, prepotente vocazione.

Ogni volta che penseremo a lui ci sarà la Lazio e spunterà un sorriso.


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