La Lazio fa sognare i tifosi: un derby dominato

I biancocelesti conquistano la semifinale di Coppa Italia: decide il rigore trasformato da Zaccagni, Roma ko

Il derby di Coppa s’è fermato al 26 maggio, è infinito per i laziali, è interminabile per i romanisti. Superpotenza, la Lazio-derby. Invincibile, invulnerabile, inattaccabile. Assoluta supremazia cittadina, si è spalancata una voragine nei numeri, nelle vittorie, nei gol fatti e subiti, nel distacco. Va letto così il trionfo di oggi, sulla scia della storia passata e recente. Il gol di Zaccagni, il secondo vincente dopo quello del 19 marzo, condanna la Roma alla sesta sconfitta negli ultimi 11 derby, una sola la vittoria, tre i pareggi. Quattro, la Lazio, li ha vinti con Sarri, che ha pareggiato Eriksson (poker centrato alla sesta sfida). E per quattro volte consecutive ha chiuso la sua porta, zero gol concessi ai giallorossi, non succedeva dal 1995-1996 (periodo vissuto con Carlo Mazzone e Carlos Bianchi). Si godono numeri sovrabbonanti, i laziali. Sono diventati oggetto di sfottò. Si godono feste nelle feste. I 124 anni della Lazio, il compleanno di Sarri (65 anni oggi), la semifinale di Coppa Italia (contro la vincente di Juve-Frosinone). Tutto e di più.


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Lazio, Sarri il vero Special derby

La maturità. La testa, il cuore, i muscoli, le gambe. Gente che difende, che lotta, che sfreccia, gente che punge. La Lazio è tornata solidissima. E’ matura, sa quando dev’essere prudente e quando spregiudicata. In difesa, tutto fila liscio. Chiunque giochi. Alla Roma non ha lasciato che briciole di tiri, alcuni improbabili. E’ stata brava a non sporgersi, a equilibrare il pressing, ad alzarsi a fine primo tempo, a martellare e stuzzicare fino alla fine. Sarri ha scelto una gestione oculata, la partita non è mai stata caotica, sofferta. Ha lavorato sulla personalità, sulla continuità, sulle teste dei suoi uomini. Giocano tutti nella stessa partita e tra una e l’altra. Giovani e non. E’ stata una Lazio ordinata, vibrante e palpitante sul piano agonistico, affiatata e versatile. Ringrazia Zaccagni e benedice un altro piccolo grande eroe. Christos Mandas, 22 anni, il portiere greco, da terzo a titolare nel derby al posto di Provedel. Con la parata su Belotti, al minuto 86', l’unica parata sull’unico vero tiro della Roma, è assurto allo stato di mito davanti agli occhi attoniti di Mou, ko quattro volte contro Mau. Il vero Special derby.


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Il derby di Coppa s’è fermato al 26 maggio, è infinito per i laziali, è interminabile per i romanisti. Superpotenza, la Lazio-derby. Invincibile, invulnerabile, inattaccabile. Assoluta supremazia cittadina, si è spalancata una voragine nei numeri, nelle vittorie, nei gol fatti e subiti, nel distacco. Va letto così il trionfo di oggi, sulla scia della storia passata e recente. Il gol di Zaccagni, il secondo vincente dopo quello del 19 marzo, condanna la Roma alla sesta sconfitta negli ultimi 11 derby, una sola la vittoria, tre i pareggi. Quattro, la Lazio, li ha vinti con Sarri, che ha pareggiato Eriksson (poker centrato alla sesta sfida). E per quattro volte consecutive ha chiuso la sua porta, zero gol concessi ai giallorossi, non succedeva dal 1995-1996 (periodo vissuto con Carlo Mazzone e Carlos Bianchi). Si godono numeri sovrabbonanti, i laziali. Sono diventati oggetto di sfottò. Si godono feste nelle feste. I 124 anni della Lazio, il compleanno di Sarri (65 anni oggi), la semifinale di Coppa Italia (contro la vincente di Juve-Frosinone). Tutto e di più.


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