ROMA - Decisamente, la novità è clamorosa: a memoria di rossonero, non si trovano precedenti del genere nei trent’anni di gestione berlusconiana. Il Milan, inteso come squadra, si è schierato con Mihajlovic contro Berlusconi che non lo vuole più al Milan dopo la finale di Coppa Italia, in programma il 21 maggio a Roma contro la Juventus. Considerati i costumi della casa, non ci sono esternazioni eclatanti e nemmeno prese di posizioni pubbliche.
Ma il messaggio partito da Milanello in direzione Arcore è forte e chiaro: i giocatori sono schierati dalla parte di Sinisa e non vogliono sentir parlare di un nuovo tecnico. Sono convinti che Mihajlovic stia facendo il massimo, che abbia gettato le basi per costruire un Milan sempre più solido e forte, non condividono le continue interferenze dell’ex premier che, dall’inizio della stagione, tira frecciate al successore di Inzaghi. La squadra ha trovato un forte alleato in Galliani che, con i dovuti modi, sta cercando di convincere il presidente onorario a non cambiare la guida tecnica.
Anche se, in queste ore, ha ripreso quota la candidatura Lippi & Brocchi, con l’ex ct direttore tecnico e l’allenatore della Primavera promosso in prima squadra. E’ talmente concreta questa pista che lo stesso Brocchi, nei giorni scorsi, è stato ospite a cena di Berlusconi ed è presumibile che l’argomento della conversazione conviviale non siano state le previsioni meteorologiche. L’ipotesi Lippi & Brocchi si aggiunge alla soluzione Di Francesco che, secondo il suo attuale datore di lavoro, Giorgio Squinzi, potrebbe allenare non soltanto il Milan ma qualunque altra squadra.
A Berlusconi piace molto anche Donadoni, ma Saputo vuole blindarlo, sottraendolo alla tentazione della Nazionale dove Tavecchio lo vorrebbe al posto di Conte, che andrà al Chelsea dopo l’Europeo. I giochi sono apertissimi. La soluzione migliore sarebbe confermare Mihajlovic. Per questo, non verrà presa.
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