Napoli, i malumori di Di Lorenzo

Le critiche mal digerite muovono il procuratore: "A giugno faremo le nostre valutazioni e scelte"
Napoli, i malumori di Di Lorenzo© BARTOLETTI

Stanno volando gli stracci, come in quest’estate tumultuosa, tra Castel di Sangro e Rivisondoli: «Quando dissi che Mario Rui era uno scontento tra tanti scontenti nello spogliatoio, fui massacrato da tutti per settimane». Poi ci scappò il rinnovo e la polvere per un po’ è finita sotto al tappeto. Ma il tempo delle mele dev’essere finito, s’avverte ancora lo stridore della rabbia che Mario Giuffredi, il procuratore di Di Lorenzo, di Mario Rui, di Politano e di Gaetano s’è portato dentro e che poi ha esportato persino nell’etere, affinché s’intuisse che qualcosa è cambiato di nuovo: «Criticare Di Lorenzo, uno dei migliori esterni al mondo, è folle. In quattro anni Giovanni non ha sbagliato una partita e ora non starà giocando da otto ma neanche da cinque. A giugno tireremo le somme e faremo le nostre valutazioni, le nostre scelte».


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Di Lorenzo, le parole di Giuffredi

E quindi, le parole del 22 luglio scorso, e l’entusiasmo dopo il rinnovo fino al 2028 (con opzione fino al 2029) le ha portate via il venticello calunnioso di questo quadrimestre scioccante, che ha scatenato un frullatore nel quale c’è finito anche il capitano, difeso dal suo manager con una frase che pare un’allusione in un messaggio a nuora affinché suocera intenda: «In estate potrei fare anche scelte differenti. E mi riferisco al mondo Napoli in generale». Sono settimane difficili, un periodaccio che ha coinvolto chiunque, e in questa involuzione netta di una squadra campione d’Italia, Di Lorenzo s’è ritrovato pure lui vivisezionato da analisi «interne» che hanno graffiato l’anima e alimentato una frizione esplosa adesso pubblicamente.


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La situazione di Politano

Ma nel Napoli c’è un altro piccolo (piccolo?) grande «caso», ispirato dall’offerta, suggestiva assai, arrivata dall’Arabia: i sette milioni per tre anni che l’Al-Shabab ha offerto a Politano - e dodici al Napoli - hanno scatenato sensazioni facilmente sospettabili, anche perché l’esterno ha il contratto che scadrà il prossimo giugno, se non dovesse esercitate la clausola per il rinnovo fino al 2025. «È arrivata questa proposta e chiaramente la scelta deve farla la società. De Laurentiis sa qual è la volontà di Matteo e si è reso disponibile a rivedere la posizione contrattuale, ma le cose vanno fatte nel più breve tempo possibile». C’è il campionato da affrontare (prima il Torino, poi la Salernitana) e a seguire ci sarà la trasferta a Riad, per la Supercoppa: il mercato chiuderà alla fine del mese e gli arabi sono disposti ad aspettare ma neanche poi tanto. Però tra Giuffredi e De Laurentiis è spesso andata così e tra un braccio di ferro e l’altro, ci sono stati anche momenti di insospettabile condivisione: il 21 novembre, dopo la presentazione della biografia del manager, alla quale il presidente presenziò, l’«endorsement» fu social, attraverso X: «Lo leggerò di sicuro». Mancavano ancora alcune pagine, quella sera, che si possono sempre strappare.


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Stanno volando gli stracci, come in quest’estate tumultuosa, tra Castel di Sangro e Rivisondoli: «Quando dissi che Mario Rui era uno scontento tra tanti scontenti nello spogliatoio, fui massacrato da tutti per settimane». Poi ci scappò il rinnovo e la polvere per un po’ è finita sotto al tappeto. Ma il tempo delle mele dev’essere finito, s’avverte ancora lo stridore della rabbia che Mario Giuffredi, il procuratore di Di Lorenzo, di Mario Rui, di Politano e di Gaetano s’è portato dentro e che poi ha esportato persino nell’etere, affinché s’intuisse che qualcosa è cambiato di nuovo: «Criticare Di Lorenzo, uno dei migliori esterni al mondo, è folle. In quattro anni Giovanni non ha sbagliato una partita e ora non starà giocando da otto ma neanche da cinque. A giugno tireremo le somme e faremo le nostre valutazioni, le nostre scelte».


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