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ROMA - Ore 18.30, riunione tecnica di sabato pomeriggio: Luciano Spalletti annuncia la formazione e qualcuno dei presenti, quando viene nominato Gerson, pensa a un lapsus. Niente Salah, che pure pensava di giocare dall’inizio. Niente El Shaarawy, che poteva essere l’alternativa più automatica. Niente Iturbe, che ha segnato l’unico gol su azione della Roma allo Juventus Stadium. Spalletti aveva davvero scelto il giovane brasiliano, finora selezionato in campionato soltanto una volta tra i titolari in un contesto molto diverso: all’Olimpico contro il Pescara.
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DIETRO LA MOSSA - Sì, avevano capito bene: Gerson avrebbe giocato esterno d’attacco, a destra per usare il piede mancino e frenare Alex Sandro, nella serata-scudetto. «E’ stata una sorpresa», ha ammesso candidamente il direttore generale Baldissoni prima del fischio d’inizio, prima di constatare che l’idea non avrebbe funzionato. Ed è curioso che proprio Spalletti, in precedenza, avesse rimarcato una preferenza: «Gerson mi ha chiesto di giocare esterno alto ma io in quella zona del campo non lo vedo». Oggi il discorso si può correggere: forse non lo vedeva e si è lasciato convincere dagli ultimi allenamenti - in una partitella infrasettimanale in effetti lo aveva provato proprio là - e dalle circostanze del momento, dalle condizioni fisiche di Salah e Bruno Peres, dalla fase non positiva di El Shaarawy.
TEMPISTICA - Spalletti ha deciso sabato stesso, dopo un confronto in albergo con i suoi più stretti collaboratori. Gerson, in precedenza utilizzato per soli 86 minuti di Serie A, poteva reggere il confronto con il palcoscenico più intrigante e spaventoso che esista in Italia, lo Stadium.
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