Con lingua biforcuta. Non si fa, biasimano le madamine. Lui lo fa. E accende un’altra sigaretta o si attacca a una lattina di birra. “Odio la Juve…” dice a tre sconosciuti venuti fin sotto il suo becco a confermarsi quanto stronzi sono e reinventa il miracolo di un calciatore che parla come un tifoso, un eroe con cui il tifoso può identificarsi. In un’epoca in cui si cambiano e si cestinano maglie come fazzoletti da naso.
Radja non somiglia a nessuno. E’ quello che non voleva lasciare Cagliari, perché si era affezionato a quella gente e a quella terra. E ora non vuole lasciare Roma per lo stesso motivo, sputando sul piatto dove ha scelto di non mangiare. “Non me ne frega un cazzo di diventare come Totti…”, ha anche detto da quel finestrino aperto.