«Per il resto, un leader degno di questo nome, realmente sposo devoto della causa giallorossa, si sarebbe speso per unire invece che dividere. Una sola sua parola, autentica non di facciata, sarebbe bastata per zittire la guerra di religione accesa sul suo nome (la squadra fischiata, per dirne una, la più incredibile, perché non butta fuori il pallone, ritardando l’ingresso in campo della Divinità). Ha parlato, sì, ma da ventriloquo, con la voce di Costanzo e mille altri. Un gesto sarebbe bastato: farsi da parte e favorire la pace romanista, quando ostinarsi ad esserci non faceva altro che impoverire la leggenda e avvelenare l’aria. “Li distruggeremo”, “Vinceremo 2 a 0”, ha voluto dire nella settimana del derby, nelle sue sempre più frequenti incursioni nel mondo glamour dei media. Proclami da marketing, più che da capitano romanista.
TOUNKARA INSULTA TOTTI SUI SOCIAL
Per non dire del suo vendere televisivamente la finta immagine del bambinone ebete. O sei il gladiatore o il bambinone ebete. Scegli. Non sappiamo chi ti consiglia. Di sicuro, nessuno, ma proprio nessuno, può desiderare che ti ostini in campo con la tua evidente sagoma da ex, a oltraggiare te stesso e la tua storia. “Totti è libero di fare quello che vuole”, piovono da ogni dove i cretini truccati da anime belle. No. Se Totti è un leader, se Totti è la Roma, non è libero di fare quello che vuole».