Sempre su La Repubblica, il commento di Fabrizio Bocca, che non risparmia critiche alla società sulla gestione degli ultimi anni da calciatore di Totti: «Totti ha quasi tracciato un solco come Romolo. Se un ragazzino oggi dovesse elencare cinque cose di Roma, cosa metterebbe? Magari il Colosseo, il caos, le auto blu, la monnezza e Totti. Non si può cadere dalle nuvole. L'addio di Totti era un'ossessione con cui si facevano i conti da troppo tempo. [...] Alla Roma nessuno ha voluto oscurare la storia: Totti si è illuso di essere eterno, il club americano è rimasto schiacciato e impotente di fronte al totem di Totti piantato a Trigoria accanto alla Lupa capitolina, Spalletti lo ha accantonato sentendone però sempre di più l'ingombro, al ds arrivato dalla Spagna, e atterrato a Roma come il marziano di Flaiano, hanno messo subito in mano la patata bollente: "Dillo tu"». D'accordo Fabio Capello: «Serviva il coraggio di dirlo, hanno fatto arrivare apposta uno dalla Spagna».