CRESCERE - La Roma sta diventando grande. E lo sta facendo senza Totti in campo, ma con un Totti in più al suo fianco, che la accompagna e la rappresenta nel mondo. La sua avventura come dirigente iniziò dopo la tournée americana della scorsa estate, dove non andò. La sua prima importante uscita è stata quella dei sorteggi di Nyon del 24 agosto. Premiazione del presidente Ceferin e sorriso d'intesa con l'amico Buffon nel momento dell'estrazione del Barcellona nel girone della Juve. Scenetta indimenticabile tra vecchi campioni. Che stagione è stata quella della prima Roma senza Totti? Difficile, con alti e bassi, ma positiva. Nel risultato sportivo e nella crescita complessiva del brand. Che non sarebbe stato un anno semplice lo sapevano un po' tutti, dal neo direttore sportivo Monchi, all'ultimo dei tifosi, orfani del proprio capitano e anche di un allenatore che nonostante le tensioni, divenute ormai ingestibili nelle ultime settimane, aveva portato la squadra ancora una volta in Champions, per il secondo anno consecutivo. A dire la verità, gli anni in cui la Roma si qualifica consecutivamente per la Champions sono cinque. In campionato il terzo gradino del podio è arrivato all'ultima giornata dopo un'avvincente corsa con Lazio e Inter. L'ha spuntata Di Francesco, allenatore alla prima stagione su una panchina importante, già entrato nel cuore dei tifosi per la tenacia e la fermezza con cui è riuscito a tenere il timone durante le tempeste invernali in cui la squadra ha barcollato. La sua è stata una Roma quadrata e solida, che ha scoperto un portiere top come Alisson e grandi promesse dal respiro internazionale come Ünder. Ci sono stati anche tanti errori di valutazione sul mercato, che alla fine però non hanno inficiato sul risultato finale.