CHAMPIONS - Nella prima stagione senza Totti la Roma ha ottenuto il più prestigioso risultato sportivo in ambito europeo dal 1984 a oggi. Una semifinale di Champions League giocata ad armi pari con il Liverpool dell'amico Salah, con il sogno Kiev negato da una svista arbitrale clamorosa. Trenta minuti in cui la Roma avrebbe potuto giocare in superiorità numerica contro un avversario alle corde e magari ripetere l'impresa già riuscita contro il Barcellona, la più importante della storia giallorossa, superiore anche a quella indimenticabile del Dundee. Grazie al cammino in Europa la Roma è quasi in seconda fascia (manca ancora una combinazione di risultati che coinvolge Benfica e Basilea). Questo potrebbe permetterle di avere un girone meno impegnativo rispetto a quello contro Chelsea, Atletico Madrid e Qarabag, brillantemente vinto ma che ha inevitabilmente pesato sul rendimento in campionato. E' arrivata la Champions e sono arrivati i rispettivi introiti, tra premi Uefa e botteghino. Il pubblico lentamente sta tornando all'Olimpico (media di 37 mila spettatori) in attesa del tanto agognato stadio di Tor di Valle, che mai come in questa stagione è sembrato a un passo da tutti gli ok necessari alla posa della prima pietra. Lo sponsor prestigioso tanto cercato dal presidente Pallotta è realtà e porterà nelle casse della società circa 40 milioni di euro. Cosa manca ancora? Una vittoria. Per completare l'opera, o meglio, per ufficializzare l'inizio. Di cosa? Di una nuova pagina. Lo ha spiegato bene Daniele De Rossi pochi giorni fa: «Il 28 maggio è stato il primo giorno di una nuova vita». Per la Roma e per Totti.