Colpo Hamilton, quali sono i rischi per la Ferrari

Contratto pluriennale con l’inglese, che cercherà di strappare il record di titoli a Schumacher correndo proprio per Maranello

Il pilota più vincente di sempre sulla macchina più vincente di sempre. Non s’aveva da fare il matrimonio tra Lewis Hamilton e la Ferrari, troppo ingombro di titoli e storia, troppo grande e troppo bello, troppo tutto, tre volte studiato e tre volte abortito. Invece si fa ed è questa la vera bomba, nel giorno di chiusura del calciomercato. Siamo in zona Cesarini per Hamilton, trentanove anellini nel tronco ma una fascinazione innata per la Rossa e una divorante voglia di vincere l’ottavo Mondiale. Dovesse riuscirci sarebbe leggenda per lui, per il Cavallino, ma stiamo già correndo troppo. 
L’accordo, voluto dal presidente Elkann, è stato svelato ieri dal Corriere della Sera. È una di quelle svolte impossibili, fino al momento in cui accadono. 

Ferrari-Hamilton, l'accordo e le controindicazioni...

Arriverà tra un anno, quando sarà scaduto il contratto di Carlos Sainz: «La Ferrari ha il piacere di annunciare che Lewis Hamilton raggiungerà la Scuderia nel 2025, con un contratto pluriennale», il laconico comunicato di Maranello. 
Il campione potrà lasciare Mercedes in virtù dell’accordo firmato con la Stella il 31 agosto scorso, un “uno+uno” che lascia libero il pilota di andarsene dopo una sola stagione. Le controindicazioni sono tante e importanti. Innanzi tutto: Sainz. Solo martedì scorso abbiamo scritto di una trattativa tutt’altro che liscia, anzi bloccata in un collo di bottiglia. Carlos attendeva da parte di Vasseur una convocazione, un segnale, qualcosa, e invece zero: vuoto pneumatico. Spariti dal tavolo i suoi meriti, i risultati non indifferenti, la sua abnegazione nel lavoro, la sua freschezza. Ieri, spiazzato, ha solo potuto comunicare: «Facendo seguito alle notizie di oggi, Ferrari e io non continueremo insieme alla fine del 2024. Abbiamo ancora una lunga stagione davanti e, come sempre, darò tutto per la squadra e per i tifosi. Annunceremo notizie sul mio futuro quando sarà il momento». E ora Leclerc. Fioccano i dubbi: cosa ne sarà di Charles Leclerc, da sei anni considerato punta di diamante della Ferrari, che attorno a lui conta, o contava, di costruire un nuovo ciclo vincente? Questo ingaggio suona come un atto di sfiducia nei suoi riguardi. Per lui sarà paradossalmente più comodo essere confrontato a Hamilton che a Sainz, giacché perdere con un sette volte campione del mondo aggiunge comunque una mostrina all’uniforme, ma c’è pure la possibilità che il vecio gli mandi carte quarantotto la carriera, vincendo subito laddove lui non è riuscito. Immaginate quale apoteosi e quale follia: Hamilton che da ferrarista ottiene l’ottavo Mondiale, superando Michael Schumacher che della Ferrari fu bandiera! Poi c’è Mercedes che pensa di rispondere appena possibile mettendo in macchina il verde Andrea Kimi Antonelli (ancora 17 anni, è presto), ma emiliano e che porta il nome dell’ultimo campione ferrarista. 

I rischi che correrà la Ferrari

La Ferrari con questo all-in sul mitico campione quarantenne si accolla anche dei rischi: 1) non avere una macchina vincente, ché quella è la chiave di tutto; senza, in Formula 1, pure Superman e l’Uomo Ragno s’affannerebbero a metà classifica; 2) subire un effetto deus-ex-machina, con Hamilton che in caso di successo passerebbe per salvatore della patria a scapito di tutto e tutti coloro che da anni lavorano duro a Maranello; 3) rompere il delicato equilibrio che la coppia Leclerc-Sainz aveva raggiunto, per mettere su un Dream Team dalle dinamiche imprevedibili e che potrebbe anche diventare “nightmare team”. Dal sogno all’incubo il salto è breve. 
Avere Hamilton e Leclerc (che ha appena firmato un triennale da 30-35 milioni a stagione) vorrebbe dire spendere per i piloti non meno di 80 milioni annui, ma in questo caso i soldi non sono un problema. Solo ieri la Ferrari, sull’onda del conto economico 2023 e incluse voci su Hamilton, è cresciuta del 12,5% a Wall Street e del 9,2% in Borsa Italiana, acquisendo qualcosa come otto miliardi di valore.


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Quale 2024: le risposte per il futuro

E poi: come la mettiamo nel campionato ormai alle viste? Carlos correrà con furore per via del tradimento e si sentirà libero di entrare a gamba tesa sulle caviglie di Charles? Con Hamilton che gestisce l’orologio biologico (nel 2025 saranno quaranta) da pilota Mercedes ma lancia sguardi languidi alla Rossa e viene bersagliato per un anno con domande sulla Ferrari? Per Carlitos, firmatario nel 2023 dell’unico successo mancato dalla Red Bull, s’apre la possibilità di un passaggio alla Sauber, che dal 2026 sarà Audi: i Quattro Anelli scendono in campo solo per vincere, come hanno appena mostrato di saper fare nella Dakar con – toh! – Carlos Sainz, nel senso di suo padre. Questo il futuro del pilota che la Ferrari ha deciso di consegnare al suo passato. Non lo meritava. 


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Il pilota più vincente di sempre sulla macchina più vincente di sempre. Non s’aveva da fare il matrimonio tra Lewis Hamilton e la Ferrari, troppo ingombro di titoli e storia, troppo grande e troppo bello, troppo tutto, tre volte studiato e tre volte abortito. Invece si fa ed è questa la vera bomba, nel giorno di chiusura del calciomercato. Siamo in zona Cesarini per Hamilton, trentanove anellini nel tronco ma una fascinazione innata per la Rossa e una divorante voglia di vincere l’ottavo Mondiale. Dovesse riuscirci sarebbe leggenda per lui, per il Cavallino, ma stiamo già correndo troppo. 
L’accordo, voluto dal presidente Elkann, è stato svelato ieri dal Corriere della Sera. È una di quelle svolte impossibili, fino al momento in cui accadono. 

Ferrari-Hamilton, l'accordo e le controindicazioni...

Arriverà tra un anno, quando sarà scaduto il contratto di Carlos Sainz: «La Ferrari ha il piacere di annunciare che Lewis Hamilton raggiungerà la Scuderia nel 2025, con un contratto pluriennale», il laconico comunicato di Maranello. 
Il campione potrà lasciare Mercedes in virtù dell’accordo firmato con la Stella il 31 agosto scorso, un “uno+uno” che lascia libero il pilota di andarsene dopo una sola stagione. Le controindicazioni sono tante e importanti. Innanzi tutto: Sainz. Solo martedì scorso abbiamo scritto di una trattativa tutt’altro che liscia, anzi bloccata in un collo di bottiglia. Carlos attendeva da parte di Vasseur una convocazione, un segnale, qualcosa, e invece zero: vuoto pneumatico. Spariti dal tavolo i suoi meriti, i risultati non indifferenti, la sua abnegazione nel lavoro, la sua freschezza. Ieri, spiazzato, ha solo potuto comunicare: «Facendo seguito alle notizie di oggi, Ferrari e io non continueremo insieme alla fine del 2024. Abbiamo ancora una lunga stagione davanti e, come sempre, darò tutto per la squadra e per i tifosi. Annunceremo notizie sul mio futuro quando sarà il momento». E ora Leclerc. Fioccano i dubbi: cosa ne sarà di Charles Leclerc, da sei anni considerato punta di diamante della Ferrari, che attorno a lui conta, o contava, di costruire un nuovo ciclo vincente? Questo ingaggio suona come un atto di sfiducia nei suoi riguardi. Per lui sarà paradossalmente più comodo essere confrontato a Hamilton che a Sainz, giacché perdere con un sette volte campione del mondo aggiunge comunque una mostrina all’uniforme, ma c’è pure la possibilità che il vecio gli mandi carte quarantotto la carriera, vincendo subito laddove lui non è riuscito. Immaginate quale apoteosi e quale follia: Hamilton che da ferrarista ottiene l’ottavo Mondiale, superando Michael Schumacher che della Ferrari fu bandiera! Poi c’è Mercedes che pensa di rispondere appena possibile mettendo in macchina il verde Andrea Kimi Antonelli (ancora 17 anni, è presto), ma emiliano e che porta il nome dell’ultimo campione ferrarista. 

I rischi che correrà la Ferrari

La Ferrari con questo all-in sul mitico campione quarantenne si accolla anche dei rischi: 1) non avere una macchina vincente, ché quella è la chiave di tutto; senza, in Formula 1, pure Superman e l’Uomo Ragno s’affannerebbero a metà classifica; 2) subire un effetto deus-ex-machina, con Hamilton che in caso di successo passerebbe per salvatore della patria a scapito di tutto e tutti coloro che da anni lavorano duro a Maranello; 3) rompere il delicato equilibrio che la coppia Leclerc-Sainz aveva raggiunto, per mettere su un Dream Team dalle dinamiche imprevedibili e che potrebbe anche diventare “nightmare team”. Dal sogno all’incubo il salto è breve. 
Avere Hamilton e Leclerc (che ha appena firmato un triennale da 30-35 milioni a stagione) vorrebbe dire spendere per i piloti non meno di 80 milioni annui, ma in questo caso i soldi non sono un problema. Solo ieri la Ferrari, sull’onda del conto economico 2023 e incluse voci su Hamilton, è cresciuta del 12,5% a Wall Street e del 9,2% in Borsa Italiana, acquisendo qualcosa come otto miliardi di valore.


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