Hamilton alla Ferrari: la frase che non farà piacere alla Mercedes

Le parole del pluri-campione durante la presentazione della W15 fatta per lui, che nel 2025 se ne andrà

La parola chiave oggi è: surreale. L’ha pronunciata Lewis Hamilton al lancio della Mercedes W15 («Surreale essere qui oggi»), ognuno può leggerci quel che vuole ma non tocca scervellarsi per capire dove sia la sua realtà, a questo punto. Certo, anche per l’intero 2024 Hamilton sarà pilota della Stella e darà tutto per questo marchio, da gran professionista qual è. Ma qui tutto ormai è surreale: il lancio della Ferrari in cui martedì scorso i riferimenti a Lewis erano frequentissimi, lo svelamento di ieri della W15, la prospettiva di un campionato in cui ogni gesto del pluri-campione in arrivo nel 2025 verrà osservato attraverso un prisma rosso.

Mercedes, le novità della W15

Surreali sono stati anche i giri di Mercedes e McLaren ieri a Silverstone, vicinissime ma separate, emulsionate come un frullato di acqua e olio. Si sono avvicendate in pista perché diamine, si chiama filming day, bisogna effettuare riprese promozionali e ci mancherebbe che nelle foto e i filmati di una entri pure l’altra. Luci della ribalta per la Mercedes che ha varato una macchina tutta nuova rispetto alle avveniristiche ma fallimentari W13 del 2022 e W14 dello scorso anno. La W15 si è adeguata alle mode correnti, stop ai voli pindarici promossi da Mike Elliott che è ormai altrove: le redini del progetto tecnico sono tornate in mano a James Allison, una capoccia grande così, ampia cultura, visionario il giusto. Alla Ferrari faticarono sette camicie per assumerlo nel 2013 e tre minuti per mandarlo via nel 2016. Lasciamo perdere. La Mercedes W15 è pragmatica quanto e più della Ferrari: è stato fatto un passo indietro per provare e farne due avanti.

Un'auto pensata per Lewis

Surreale è pure che sia stata progettata sui desiderata di Lewis che quasi prepara le valigie, molto più che di George Russell: maggiore è stato l’apporto di Hamilton nella ricerca delle soluzioni ai problemi, ciò che spiegò la sua tremenda fatica nel 2022. L’anno scorso si era lamentato più volte della posizione troppo avanzata del pilota e quest’anno l’abitacolo è stato arretrato forse di dieci centimetri – un’enormità nei progetti di Formula 1 – e così anche motore e cambio, permettendo alle bocche di aspirare l’aria ben distanti dalle ruote anteriori. Dunque cambiamento dell’aerodinamica fuori e dentro, nuova distribuzione dei pesi, meccanica rivista a cominciare dalle sospensioni posteriori che tornano a puntone, dopo essere state pull-rod. Tutto questo per provare a rincorrere il titolo mondiale che per Lewis sarebbe l’ottavo, quello soffiatogli nel 2021. L’inarrendevole vuole riprovarci, quest’anno con la Mercedes – molto dipenderà anche da Verstappen e la Red Bull, ovviamente – o successivamente con la Ferrari.


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Hamilton, suggestione Schumacher

A questo punto col surreale debordiamo, perché se Hamilton ci riuscisse quest’anno – eventualità non facile da realizzare, ma neanche escludibile a priori – porterebbe il numero uno sulla Rossa nel 2025! Alla Ferrari l’ultimo precedente risale al 1996 quando Michael Schumacher, vinto il titolo con la Benetton, si trasferì a Maranello con tecnici, armi, bagagli e numero privilegiato. Roba da abbacinare, fino a farci dimenticare quando Fernando Alonso nel 2007 trasferì il numero uno alla McLaren (l’aveva ottenuto con Renault), per non parlare del ricordo evaporato di Jenson Button, numero uno sempre con McLaren nel 2010, dopo aver vinto il titolo con la Brawn GP. Tornando al reale: «Gli errori e gli insegnamenti degli ultimi due anni ci hanno permesso di trovare la nostra stella polare. Affronteremo qualunque sfida a testa alta, con la mente aperta e lavorando diligentemente. So di cosa è capace questa squadra», ha concluso Hamilton.

Anche la Ferrari scende in pista

Vicina ma lontana da Lewis, a Fiorano, anche la Ferrari ha vissuto la sua giornata di filming day: cento chilometri per Carlos Sainz al mattino, cento per Charles Leclerc al pomeriggio, zero anomalie, zero zone d’ombra per quel che s’è potuto fare (ovviamente niente curvoni veloci, né curve prolungate o grandi tirate in rettilineo). Piloti e tecnici sono apparsi rilassati: a Maranello non è poi così malaccio la realtà.


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La parola chiave oggi è: surreale. L’ha pronunciata Lewis Hamilton al lancio della Mercedes W15 («Surreale essere qui oggi»), ognuno può leggerci quel che vuole ma non tocca scervellarsi per capire dove sia la sua realtà, a questo punto. Certo, anche per l’intero 2024 Hamilton sarà pilota della Stella e darà tutto per questo marchio, da gran professionista qual è. Ma qui tutto ormai è surreale: il lancio della Ferrari in cui martedì scorso i riferimenti a Lewis erano frequentissimi, lo svelamento di ieri della W15, la prospettiva di un campionato in cui ogni gesto del pluri-campione in arrivo nel 2025 verrà osservato attraverso un prisma rosso.

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Surreali sono stati anche i giri di Mercedes e McLaren ieri a Silverstone, vicinissime ma separate, emulsionate come un frullato di acqua e olio. Si sono avvicendate in pista perché diamine, si chiama filming day, bisogna effettuare riprese promozionali e ci mancherebbe che nelle foto e i filmati di una entri pure l’altra. Luci della ribalta per la Mercedes che ha varato una macchina tutta nuova rispetto alle avveniristiche ma fallimentari W13 del 2022 e W14 dello scorso anno. La W15 si è adeguata alle mode correnti, stop ai voli pindarici promossi da Mike Elliott che è ormai altrove: le redini del progetto tecnico sono tornate in mano a James Allison, una capoccia grande così, ampia cultura, visionario il giusto. Alla Ferrari faticarono sette camicie per assumerlo nel 2013 e tre minuti per mandarlo via nel 2016. Lasciamo perdere. La Mercedes W15 è pragmatica quanto e più della Ferrari: è stato fatto un passo indietro per provare e farne due avanti.

Un'auto pensata per Lewis

Surreale è pure che sia stata progettata sui desiderata di Lewis che quasi prepara le valigie, molto più che di George Russell: maggiore è stato l’apporto di Hamilton nella ricerca delle soluzioni ai problemi, ciò che spiegò la sua tremenda fatica nel 2022. L’anno scorso si era lamentato più volte della posizione troppo avanzata del pilota e quest’anno l’abitacolo è stato arretrato forse di dieci centimetri – un’enormità nei progetti di Formula 1 – e così anche motore e cambio, permettendo alle bocche di aspirare l’aria ben distanti dalle ruote anteriori. Dunque cambiamento dell’aerodinamica fuori e dentro, nuova distribuzione dei pesi, meccanica rivista a cominciare dalle sospensioni posteriori che tornano a puntone, dopo essere state pull-rod. Tutto questo per provare a rincorrere il titolo mondiale che per Lewis sarebbe l’ottavo, quello soffiatogli nel 2021. L’inarrendevole vuole riprovarci, quest’anno con la Mercedes – molto dipenderà anche da Verstappen e la Red Bull, ovviamente – o successivamente con la Ferrari.


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