Volley: Lorenzo Pintus, il coach che suona i Beatles e i Rolling Stones

Il tecnico dell'Under 16 del Volleyrò si divide fra due passioni: la musica e la pallavolo
Volley: Lorenzo Pintus, il coach che suona i Beatles e i Rolling Stones© Volleyr Casal de Pazzi
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ROMA - La sua vita procede su un binario doppio: da una parte c’è la musica, dall’altra la pallavolo. Ma se proprio dovesse scegliere tra definirsi un allenatore con la passione per la musica o un musicista con la passione per la pallavolo, Lorenzo Pintus non avrebbe dubbi:

« Sicuramente la prima che hai detto ».

Eh già, perché il tecnico del Volleyrò Casal de’ Pazzi ha due anime ben distinte che riesce comunque a far convivere in pace l’una con l’altra, perché sport e musica sono spesso facce di una stessa medaglia.

« La musica va d’accordo con qualsiasi aspetto della nostra vita – spiega Pintus – perché è come una fotografia, un mezzo che rievoca tanti ricordi di ciò che siamo e di ciò che siamo stati, aprendoti le porte per ciò che saremo. Con lo sport poi e con la pallavolo nello specifico si integra benissimo, basti pensare alla carica che dà prima di una partita, a come ci aiuta a festeggiare una vittoria o a superare una brutta sconfitta ».

Potere delle note e delle schiacciate che Lorenzo Pintus ha imparato a conoscere e ad amare fin dalla più tenere età.

« Ho iniziato a giocare a pallavolo da bambino, nei campetti di mini volley che venivano allestiti al Tre Fontane, all’Eur. Ho giocato fino a vent’anni, poi mi sono reso contro che allenare mi dava più soddisfazione, perché provavo più piacere a insegnare quello che avevo imparato piuttosto che a mettere in pratica quello che mi veniva spiegato ».

Dopo qualche anno speso a fare da scout, da allenatore e giocatore e poi solo da allenatore, Lorenzo Pintus incrociò la strada del Volleyrò, che diventò per lui una seconda casa. Anzi, senza saperlo, Lorenzo avrebbe dato una spinta fondamentale alla crescita di questa società. E non solo dalla panchina. Non tutti sanno, infatti, che gran parte del merito se Armando Monini è entrato a far parte del progetto Volleyrò lo si deve proprio al giovane allenatore dell’attuale Under 16.

« È stato merito di una serie di circostanze favorevoli – ci scherza su Pintus – e anche la fortuna ci ha messo lo zampino. All’epoca ero il tecnico della Roma Centro e tra le ragazzine più dotate che allenavo c’era Elena Monini. Quando mi resi conto che non avevo più nulla da insegnarle e che quell’ambiente stava stretto a Elena che era di un livello tecnico superiore, in maniera altruistica la mandai al Casal de’ Pazzi dove sarebbe sicuramente migliorata ulteriormente in uno dei migliori settori giovanili d’Italia. Avevo conosciuto in precedenza Alessandro Giovannetti, già allenatore del Volleyrò, al CQP e subito mi legò a lui un profondo rispetto. Così Elena diventò una giocatrice del Volleyrò. Successivamente, durante una partita dei Mondiali di pallavolo, mi trovai in tribuna proprio con Elena e Armando e lì lui incontrò un suo carissimo amico. Io mi girai e con profondo stupore mi accorsi che si trattava di Andrea Scozzese. Spiegai ad Armando, che ne era all’oscuro, che Andrea Scozzese era l’artefice del progetto Volleyrò. Mi piace pensare che quel giorno, durante quella partita, nacque il Volleyrò Casal de’ Pazzi come lo conosciamo noi oggi, con al vertice Andrea, che purtroppo ci ha lasciato, Armando, Laura Bruschini, Luigi Caruso e Lionello Teofile. Quel Volleyrò che poi avrebbe vinto i quattro scudetti ».

Ma al Volleyrò Casal de’ Pazzi Lorenzo non ricopre solo il ruolo di allenatore, ma anche di insegnante per i più piccoli, perché la voglia di trasmettere le sue conoscenze non è mai passata.

« Fu proprio Armando – continua il suo racconto – che mi portò al Volleyrò. Trovai un ambiente fantastico, ideale per un giovane tecnico con tanta voglia di imparare. Allenatori di livello altissimo come Pieragnoli e Ingratta in passato mi hanno insegnato tanto, per non parlare di Luca Cristofani da cui ancora oggi cerco di imparare il più possibile. Con Alessandro Giovannetti poi è nato un bellissimo sodalizio che dura tuttora. Ma tutto quello che avevo imparato volevo metterlo a disposizione dei più piccoli. C’è molta differenza tra allenare ragazze di quindici, sedici e diciassette anni rispetto a quelle che ne anno molti di meno. Le piccoline sono come un foglio bianco tutto da riempire e gli allenatori hanno una responsabilità enorme, perché quello che insegnano rimane in loro per sempre e correggere poi eventuali errori diventa molto più difficile ».

Il sabato sera, al termine delle gare interne, il primo a lasciare il PalaFord è proprio Pintus che sveste i panni dell’allenatore per mettere quelli più aggressivi del batterista che suona il rock.

« Non è facile conciliare i doppi impegni, ma per me la pallavolo viene sempre al primo posto. La musica è più un hobby che cerco di portare avanti quando è possibile. Anche la passione per la musica è nata molto presto. Ricordo che cercavo di suonare le canzoni degli U2 sul materasso di casa. Ovviamente non veniva fuori un granché, ma con il passare degli anni ho approfondito i miei studi. Oggi suono in una cover band dei Beatles e facciamo buona musica. Certo, non abbiamo molto tempo per provare, per cui abbiamo optato per suonare pezzi di altri piuttosto che i nostri che richiedono una preparazione molto più lunga. Ma a noi piace così. Organizziamo delle belle serate e siete tutti invitati a venirci a vedere e soprattutto sentire ».


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